Abbiamo intervistato Claudio Stefani, un volontario di Alberi in Periferia, per conoscere la storia e gli obiettivi dell’associazione.
Come nasce Alberi in Periferia?
L’associazione nasce quando un gruppo di amici sente l’esigenza di fare qualcosa di concreto per il bene comune, mettere a disposizione le forze di ciascuno per il bene comune. I primi alberi li abbiamo piantati nel quartiere di Centocelle, ed è stato sorprendente ricevere un immediato sostegno da parte di molti residenti che ci hanno invitato a continuare. Sull’onda di questo entusiamo nell’ottobre del 2019 nasce Alberi in Periferia, con l’obiettivo di rispondere alla necessità di tradurre in azioni pratiche e concrete la sensibilizzazione alle tematiche ambientali e sociali.
E quali obiettivi vi siete proposti?
Siamo un’organizzazione di volontariato che ha già nel claim (Se vogliono il deserto, pianteremo partecipazione) il suo obiettivo. La finalità del progetto è di natura socio-ambientale. Sociale perché nello scegliere i luoghi dove intervenire creiamo sempre una rete di collaborazione con le realtà sociali del territorio che “adottano” i nostri alberi (comitati di quartiere, associazioni no-profit…) e che rimangono coinvolte nella cura del proprio territorio, favorendo la biodiversità umana con l’integrazione di diverse realtà sociali. Attraverso momenti di partecipazione attiva condivisa è possibile contrastare i processi di disgregazione sociale. Il progetto vuole inoltre migliorare le condizioni psico emotive e di salute fisica, per il benessere fisico e mentale di chi entra in contatto con la natura e con la cura di essa. Ambientale perché cerchiamo di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici attraverso la messa a dimora di alberi in zone urbane ed extraurbane, favorendo l’aumento della biodiversità e dei servizi ecosistemici, in particolare degli impollinatori, l’assorbimento di anidride carbonica (CO2) e delle polveri sottili (PM10), l’abbassamento della temperatura del suolo e dell’aria (soprattutto nei periodi estivi), il contrasto al consumo di suolo e all’impermeabilizzazione irreversibile di questo, il contrasto ai problemi idrogeologici.
Come scegliete le specie di alberi da piantare e i luoghi?
Soprattutto nell’ambito della messa a dimora degli alberi, della riforestazione e dell’ecologia dell’albero è necessaria una specifica formazione. Non basta piantare alberi per fare un’azione sostenibile, bisogna evitare di diffondere specie alloctone e invasive, patologie e l’inquinamento del genoma. Solo grazie a un’attività seria e professionale, la riforestazione può portare a un effettivo effetto per contrastare i cambiamenti climatici. Per questo le nostre attività si realizzano sotto la progettazione e supervisione di un agronomo professionista.
Perché la scelta di privilegiare le zone periferiche?
Le diverse crisi, da quella climatica a quella economica passando per la pandemia, è pagata soprattutto dalle fasce sociali più deboli. Noi vogliamo unire una giustizia ambientale ad una giustizia sociale, per questo la scelta di focalizzare le nostre iniziative nelle periferie della città. Gli alberi producono ossigeno e riducono gli inquinanti. Piantare alberi è tante cose insieme, è un gesto pratico, ma è anche un pretesto per coinvolgere le persone, gli studenti, i comitati cittadini, un atto anche simbolico e perché no, anche poetico. Inoltre vorremmo contrapporci alla narrazione classica che vede le periferie come luoghi perduti, degradati, ad alto tasso di criminalità. È ovvio che per scelte scellerate delle amministrazioni cittadine nelle periferie siano presenti queste criticità, ma non c’è solo questo. Vi risiedono tante energie positive, cittadini che intendono riconquistare e curare il proprio territorio. E noi intendiamo avvicinarci a queste realtà. Abbiamo realizzato decine di iniziative di messe a dimora in diversi quartieri periferici, coinvolgendo le associazioni, i comitati di quartiere, i cittadini. Tale coinvolgimento è necessario anche perché non è sufficiente la sola azione del piantare alberi, occorre garantirne l’attecchimento, annaffiando e manutenendo gli alberi. Abbiamo inoltre realizzato iniziative di messe a dimora all’interno delle scuole, coinvolgendo gli alunni e i loro genitori e gli insegnanti.
Il rapporto con le scuole sembra molto interessante. Il vostro impegno è forse di sensibilizzare oggi i giovanissimi sperando di trovarli tra qualche anno ambientalisti e green ?
Ha ragione, lavoriamo molto nelle scuole materne e primarie. Piantiamo i nostri alberi nei cortili affinchè i bimbi possano giocare in un ambiente riparato dalla calura estiva. Inoltre effettuiamo in collaborazione con gli insegnanti dei laboratori didattici. Facciamo realizzare ai bimbi delle fitocelle, cioè vasetti pieni di terriccio dove inserire un seme che col tempo germoglierà per diventare poi una piantina ed infine un albero. Noi portiamo il terriccio e i semi (tipicamente ghiande) mentre i bimbi raccolgono per tempo dei contenitori come i vasetti di yogurt o i tetrapak vuoti che preleveranno dalla propria mensa o che porteranno da casa. Quindi il giorno fissato per lo svolgimento dell’attività i bambini raccolgono e pressano il terriccio all’interno dei loro contenitori, mettendo successivamente a dimora i semi o la ghianda. Ogni bambino porterà a casa il proprio vasetto e se ne prenderà cura innaffiandolo periodicamente, o in alternativa (a seconda delle disponibilità) la scuola potrà dar vita ad un proprio vivaio forestale.
Le finalità sono molteplici, ne elenco alcune:
- Imparare a riutilizzare materiali da riciclo;
- Motivare i bambini (ed indirettamente le famiglie) alla raccolta differenziata;
- Sensibilizzare bambini/ famiglie al riuso;
- Sviluppare sensibilità, consapevolezza e rispetto nei confronti dell’ambiente;
- Educare alla cura e al rispetto della Natura per favorire uno sviluppo sostenibile.
Deve essere emozionante trovarsi di fronte bambini curiosi che non vedono l’ora di sporcarsi le mani col terriccio
Si, è molto emozionante. I comportamenti e le domande variano naturalmente da bambibno a bambino, ma sono sempre sorprendenti, offrono sempre un punto di vista mai scontato. Per esempio nel nostro ultimo incontro in una scuola materna di Tor Bella Monaca, terminato il racconto sul seme che col tempo germoglierà per diventare poi una piantina ed infine un albero, abbiamo mostrato ai bimbi una nostra fitocella di due anni con la piantina di circa 10 centimentri che spuntava dal tetrapack. A quel punto tra una esclamazione di sorpresa e l’altra un bambino ha commentato dicendo che “… allora questa piantina sarà diventata un albero quando io sarò vecchio come voi e i miei genitori saranno morti!”. Spiazzante no? Però è stata l’occasione per noi e per le maestre di parlare del lento trascorrere del tempo, che la crescita di un albero somiglia alla loro crescita, di quanto sia prezioso tutelare un albero visto che ci vuole tanto tempo perché diventi grande.
Molto interessante. Ma cambiamo decisamente argomento. Che rapporto avete instaurato con le amministrazioni locali?
Ci relazioniamo con i Municipi per poter intervenire in zone dove sia possibile piantare alberi. La qualità del rapporto varia da Municipio a Municipio: alcuni ci hanno aiutato concretamente, altri non ci hanno neanche risposto, altri hanno cercato di strumentalizzarci a fini partitici. In generale la difficoltà più grande è la burocrazia. I permessi sono complicati da ottenere, però preferiamo piantare alberi con le necessarie autorizzazioni, vogliamo evitare che un albero appena piantato possa essere sradicato il giorno dopo perché quell’area aveva una destinazione d’uso particolare.
Relazionarvi con i Municipi significa anche confrontarvi con i partiti politici che li governano. Qual è la vostra posizione?
Come ho già detto senza la collaborazione dell’amministrazione comunale non sarebbe stato possibile arrivare al risultato raggiunto, ma stiamo molto attenti a non rimanere strumentalizzati. Purtroppo aziende e partiti stanno utilizzando sempre di più il Greenwashing, cioè tecniche di comunicazione funzionali alla raccolta di consensi su tematiche ambientali, promettendo azioni che in realtà non sono autentiche ma promosse al solo scopo di mostrarsi più sostenibili. È un terreno minato, ma fino ad ora siamo riusciti ad evitare di incappare nelle trappole propagandistiche dell’imprenditore o del politico di turno. Ognuno di noi naturalmente ha le proprie convinzioni, ma ci unisce l’impegno sociale.
Veniamo ai numeri. Potete riepilogare le diverse iniziative per poter fornire ai lettori un quadro di insieme del vostro impegno?
In sintesi i numeri sono i seguenti:
- 35 Iniziative di messe a dimora in diversi quartieri periferici di Roma
- 5 Iniziative di arte e informazione per l’ambiente
- 30 Collaborazioni con Associazioni, Comitati di quartiere, Scuole
- 1 Vivaio forestale
- Oltre 2.000 alberi messi a dimora
Potete descrivere con maggior dettaglio alcune di queste iniziative?
Certamente. Tra le più interessanti cito:
VIVAIO FORESTALE LA «FABBRICA DELL’OSSIGENO»
- un vivaio forestale didattico e di comunità
- in grado di produrre circa 4000 piantine forestali l’anno (le fitocelle sopra citate)
- uno spazio di socialità, di educazione ambientale e di volontariato attivo in difesa dell’ambiente (le piante prodotte verranno utilizzate nelle nostre attività di riforestazione urbana partecipata e verranno donate ad altre associazioni e privati cittadini)
- un progetto che coinvolgerà volontari e persone con fragilità
FOOD FOREST “ALBERI IN RETE”
Insieme all’associazione giovanile Retake&You abbiamo vinto il bando delle idee della Regione Lazio “Vitamina G”, con il progetto “Alberi in Rete”, che ci ha permesso di realizzare un frutteto agroforestale (circa 1.000 alberi) nel V Municipio del Comune di Roma, in località La Mistica.
La produzione di frutti, attraverso la creazione di un sistema agroforestale successionale, permetterà di strutturare un impianto policolturale ad alta biodiversità che porterà dei benefici notevoli quali la rigenerazione e creazione di suolo, l’immagazzinamento di CO2, l’impollinazione o la mitigazione degli attacchi parassitari sulle colture. Rigenerare il suolo per rigenerare noi stessi.
Ogni albero avrà un cartellino con un QR code, che rimanderà a una pagina internet creata ad-hoc con la scheda dell’albero, da qui il secondo significato della parola RETE del nostro progetto, che vuole unire l’aspetto ambientale con l’aspetto sociale e culturale. Infatti la progettazione del bosco urbano, prevede al suo interno la realizzazione di uno spazio fisico di socialità, un’agorà nel centro del bosco, dove verranno realizzati eventi culturali.
Oltre all’aspetto ambientale, sociale e culturale, il nostro progetto si basa anche sull’aspetto educativo. Le centinaia di piante sono di diverse specie al fine di sostenere la biodiversità, costituendo dunque anche una sorta di bosco didattico. Organizzeremo visite guidate per le scuole e per i cittadini, che potranno visitarlo anche in autonomia perché grazie al cartellino con il QR code sarà possibile approfondire agevolmente le notizie botaniche di ciascun albero.
PICCOLO FRUTTETO DEL POPOLO
35 alberi da frutto tra gelsi, peri, sorbi e fichi sono stati messi a dimora a Parco Somaini, un’area verde da riqualificare nella periferia romana, V Municipio.
Questi nuovi alberi da frutto, si vanno ad aggiungere ai 20 alberi già messi a dimora dalla nostra associazione nell’ottobre del 2019 (l’esordio della nostra associazione), andando a creare un Piccolo Frutteto del Popolo, aperto a tutti.
Con questa attività di riforestazione urbana partecipata si vuole portare bellezza in un luogo poco frequentato dalla cittadinanza, attraverso la cura della biodiversità e contribuendo alla lotta ai cambiamenti climatici.
Gli alberi verranno annaffiati e curati dai volontari, coinvolgendo la cittadinanza e le altre realtà associative del territorio, facendo rete dal basso, dimostrando che attraverso una proficua collaborazione tra cittadinanza attiva ed istituzioni, è possibile produrre un cambiamento reale nei quartieri in cui si vive, partendo dalle periferie.
Un’ultima domanda. Come è possibile contattarvi per aderire all’associazione, fare donazioni o semplicemente conoscervi meglio?
R: Per conoscerci meglio il modo migliore è venire con noi a darci una mano in pratica, sporcandosi le mani per piantare alberi in autunno o inverno o annaffiare le piante in estate. Comunque siamo presenti su Facebook e Instagram. Sul sito https://alberiinperiferia.it/ è descritta la nostra mission e le diverse iniziative. È possibile raggiungerci via mail all’indirizzo: alberiinperiferia@gmail.com
Per chi volesse sostenerci anche economicamente il crowdfunding online è https://gofund.me/1020fcad