Ravenna contro le politiche fossili di Eni

Mobilitazione nazionale contro Eni in occasione della riunione degli azionisti e dei suoi progetti climalteranti. Ravenna è il punto nevralgico di questa strategia contro l’ambiente con al centro l’idea balzana di stoccare il CO2 in una sacca sottomarina al largo delle coste cittadine. Ccs (Carbon Capture and Storage) viene chiamato ma in realtà è una bomba ad orologeria piazzata sopra una faglia sismica, follia che si aggiunge alla follia di perseverare nel fossile, nel gas in particolare spacciato come occasione green.

Per questo motivo ieri 12 maggio la giornata è iniziata di buon mattino con l’iniziativa di Rise Up 4 climate justice, gli attivisti hanno esposto su lungomare uno striscione contro questa follia. Nel pomeriggio invece centinaia di persone si sono unite in P.zza Kennedy nel centro della città per ribadire il medesimo concetto: NO al CCS. Molte le sigle, tanti gli organismi di base che aderiscono alla Campagna per il Clima fuori dal Fossile, i comitati che animano le lotte nei diversi territori e che praticano più da vicino il tema dei gasdotti, delle trivelle, degli inceneritori che producono le insidiose polveri sottili.

Spiccano in questa giornata di lotta l’iniziativa dei the Climate Riders che, partiti da Vicenza, Padova, Marghera hanno voluto sottolineare la convergenza di tutte le battaglie ambientali vedi Pfas e inceneritori, verso questa data che non è un punto di arrivo, piuttosto la ripartenza di una stagione politica densa e partecipata.

L’intervento di Danilo Del Bello alla manifestazione ravennate