Consumo del suolo: non è un Paese per ambientalisti

Hanno fissato al 2050 il limite 0 di consumo del suolo, bella questa! E’ il consiglio regionale del Veneto che lo pone, quello presieduto dal governatore Zaia, il paladino dei limiti tollerabili dei temuti Pfas nel sangue. Lo stesso che realizza la Pedemontana veneta, una autostrada che collega le tre provincie più inquinate e inquinanti del Nord. Un’ opera inutile e dannosa che separa come un muro di cemento la pianura, dalle prealpi e le montagne. Poiché essa scorre per lunghi tratti sotto il piano terra ciò non è computato come consumo di suolo nonostante siano stati alzati metri di  pareti di calcestruzzo in profondità: le strade e l’asfalto in Veneto non sono considerate consumo di suolo, le costruzioni interrate, piccole o grandi non sono considerate consumo di suolo, il “piano Casa” sebbene permetta l’ampliamento di 3 volte superiore il volume non è consumo di suolo. Alberi abbattuti, macchie boschive cancellate, argini fluviali inariditi e  migliaia di chilometri di colmo ferroviario ripulito e coibentato non è considerato consumo di suolo. Non è considerato consumo di suolo  i nuovi appezzamenti di terra destinati a vigneto strappati al bosco, e cosi le coltivazioni e i mega allevamenti intensivi. Men che meno le monocolture che soppiantano la vegetazione delle estensioni arginali

Altri e numerosi trucchetti come questo vengono adottati dai governi locali per far quadrare i conti e nonostante ciò Zaia ne detiene il triste primato, il Veneto di Zaia detiene altri tristi primati in fatto di mancata cura del territorio, dei suoi abitanti e la salute di questi ultimi in un contesto di sindemia.

I GIOCHI DI PALAZZO

Eppure martedì scorso, nel palazzo della Regione è andato in scena il teatrino delle marionette imbalsamate, il gioco delle parti in cui si incrociano interessi “politici” della Maggioranza e non di meno delle Opposizione. Hanno votato insieme la nuova legge Regionale portando al 2050 lo zero assoluto. Pare che questa data sia la panacea di tutti i mali: chiunque abbia a che fare con tutto cio che riguarda la salute del pianeta attraverso leggi, decreti, programmi, progetti e quant’altro, sia localmente che a livello mondiale, rimandano a quel lontanissimo giorno ogni scadenza in agenda. Tranquilli, un minuto dopo la mezzanotte di quel ultimo dell’anno tutto cesserà di botto e chi starà sversando in mare petrolio dovrà chiudere le condotte al tacere dei dodici rintocchi!. Poi cosa  facciano nei 30anni che ci stanno di mezzo lo scopriremo ogni qual volta assisteremo a quelle grottesche pantomime in cui c’è da derogare, rinviare, eludere, posticipare.

GLI INTERESSATI

La maggioranza ha detto si, l’opposizione ha detto non so vediamo e si son astenuti però precisando tutto il loro disappunto con una frase che rimarrà scolpita nella roccia, “qualcuno un giorno ci renderà conto di tutto questo”. Viene dato così il via libera allo sviluppo dei piani strategici nell’edilizia turistica: colate di cemento prenderanno forma dai progetti esecutivi di strutture ricettive alberghiere, sportive, ludiche, musicali, sciistiche. Ma con gradualità dicono, fatto salvo per i progetti già in agenda tipo le olimpiadi invernali di Cortina, perché di mezzo c’è l’urbanizzazione, cosa non da poco! Concetto che richiama ad altro consumo di suolo, ad una visione del territorio no post moderno, ma iper moderno con infrastrutture virtuali e materiali!, spesso e volentieri inquinanti e velenosi tipo le torri metalliche del TLC o gli alti forni degli inceneritori, molto strutturati partendo da un punto di vista neo imperialista con l’intento di modellare il paesaggio ad immagine capitalistica. Nei clubs della intellighenzia borghese è all’ordine del giorno discutere di Smart Landscape strumentale alla ingegneria urbana, ossia il paesaggio integrato, in grado di saper coniugare l’orizzonte sensibile a quello digitale.

PIU’ REALISTI DEL RE

Urbanizzazione dunque, concetto tanto caro all’opposizione nel ruolo di maggioranza tanto è che il Comune di Padova ha chiesto ed ottenuto dalla Regione di fissare in 262 ettari, contro i 73 emendati, il budget di terreno disponibile per nuove edificazioni fino al fatidico 2050, in pratica 9 ettari ogni anno, ovvero 90000 mq, ovvero un 1/10 all’anno dell’intera superficie comunale. Non c’è male per una cittadina che aspira a diventare città metropolitana! Ecco svelato l’arcano: non di governo e opposizione bisogna parlare ma di maggioranza e minoranza, visto che entrambe tifano per il Ministero della falsa transizione. La vera opposizione sta nelle voci fuori dal coro, nelle quotidiane battaglie per una giustizia climatica e prima o poi qualcuno presenterà il conto. Non fossero altro i cambiamenti furibondi del Clima.