Fridays for Future occupa il parlamento europeo

Un centinaio di ragazze e ragazzi di Fridays for Future si è sistemata con una ventina di tende, sacchi a pelo, bandiere verdi e striscioni all’interno della sede del parlamento europeo di Bruxelles. E’ la prima volta che questo accade in tutta la storia dell’Unione Europea. Ancora non si riesce a capèire come abbiamo fatto gli attivisti ambientalisti ad entrare un una sede protetta come quella dell’Assemblea. Una iniziativa che cade proprio dopo lo sciopero globale di venerdì 24 maggio che ha visto Fridays for Futur mobilitare milioni di giovani in tutto il mondo.

La delegazione di Fridays for Future che ha messo in atto la sconcertante iniziativa di Bruxelles è composta da ragazze e ragazzi di tutta Europa. Tra di loro, il 14enne italiano David Wicker, valsusino e, ovviamente, fervente attivista No Tav. “La scelta di occuopare la sede della massima istituzione dell’Unione Europea – ha spiegato David – è stata presa allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che quello di prossima elezione sarà l’ultimo Parlamento che avrà la possibilità di imboccare una strada che può permetterci di tenere il riscaldamento globale al di sotto di un grado e mezzo”.

Una iniziativa simbolica, abbiamo scritto, ma non  soltanto simbolica. In questi giorni, i cittadini europei sono chiamati ad eleggere il nuovo parlamento. La partita che stiamo andando a giocare è essenzialmente quella tra sovranisti e ambientalisti. Tra chi vuole alzare muri e chi vuole abbatterli, tra chi continua a difendere una economia di devastazione e di rapina, e chi ha capito che questo modello di sviluppo non è più sostenibile ed è necessario invertire la rotta perché, come ripetono sempre le ragazze ed i ragazzi di FfF, siamo tutti abitanti di questa terra e “non abbiamo un pianeta B”. Il parlamento europeo che Fridays For Future chiede è un parlamento capace di indirizzare l’Europa verso questa nuova strada. La sola che permetterà all’umanità di sopravvivere in questo nostro pianeta violentato dal capitalismo.