Oggi è la giornata mondiale dell’acqua, spetta a tutti noi trasformarla in un evento collettivo e mandare un messaggio forte e chiaro che l’acqua non si tocca, non è materia su cui metterci il marchio della proprietà privata.
E’ un bene comune, collettivo e in tale senso va curato e gestito. Con la pratica predatoria del land grabbing il capitalismo attuale cioè estrattivista, applica la concessione neoliberale mai scritta sulla carta. Proprio durante la pandemia l’acqua venne per la prima volta nella storia quotata in borsa. Una società americana che si occupa di incendi boschivi intese capitalizzare il liquido vitale sulla base della necessità emergenziale del periodo siccitoso e secco.
Di emergenza in emergenza ci hanno catapultato in una guerra che non è la nostra, da cui vogliamo disertare perché è un conflitto dai netti contorni finanziari, di potere sul territorio e sull’ambiente. Ci vogliono, con la guerra riportare all’epoca del carbone, del gas e del fossile riaffermando il nucleare come energia sostenibile. L’acqua è nei grandi progetti di questo ritorno al passato, azzerando conquiste e progressi politici della comunità resistente.
L’approvvigionamento di acqua diventa per i padroni del vapore vitale per l’appunto: dalle grandi miniere sino alle gigantesche coltivazioni intensive di ogni genere per arrivare ad una nuova emergenza sottaciuta ovvero l’esplosione demografica.
La popolazione mondiale a breve raddoppierà i suoi numeri e l’accesso all’acqua sarà di portata catastrofica e non siamo proprio sicuri che nessuno ci leggerà in quella nuova situazione l’opportunità di applicare le leggi di mercato, della domanda e dell’offerta. Con la guerra tutto si può fare anche modificare in senso reazionario e conservatore lo stato delle cose presente.
Hanno moltiplicato il costo di luce e gas e con il PRRN le concessionarie locali avranno mano libera sull’acqua. Prendersi cura dei beni comuni vuol dire dare una risposta a questi signori della guerra. Due appuntamenti ci sono in questi giorni: il primo, ci sarà il Foro alternativo mondiale dell’acqua di Dakar dal 21 al 25. A Roma ieri presso la casa occupata si è dato vita ad un concertamento di forze attorno a questo tema.
Sarà nostra cura essere puntuali da oggi in avanti.