Guai ai vinti! Chi pagherà i costi ambientali del governo Zaia?

Zaia, il novello Conte Dracula che governa la contea del Veneto a suo gradimento indifferente ai disastri che vede capitargli attorno dal punto di vista ambientale, climatico, ecologico. Ha preso alla lettera il motto leghista “padroni a casa nostra”, convintissimo di portare avanti una personalissima guerra santa contro il territorio . La sua vittima eccellente dentro cui ha infilzato i denti aguzzi è il territorio di tre province su cui ha fatto passare la famigerata Pedemontana, ovvero un lungo solco scavato nella terra come una ferita profonda, una violazione dei codici naturali, una offesa al territorio e alla sua popolazione. E’ una strada che per buona parte del tragitto scorre seminterrata(in barba al computo del consumo di suolo) come il letto di un stretto canyon dove al posto di alte pareti rocciose si ergono muraglie di cemento a tenuta stagna(anche se i continui crolli di ponti e terrapieni dicono il contrario)
“Guai ai vinti” disse il governatore dopo il personale plebiscito elettorale e così fu; oggi il Veneto è territorio avvelenato tra i più inquinati al mondo, il rapporto ISPRA sul consumo del suolo parla chiaro: la Regione vista dal satellite come densità abitativa non ha soluzione di continuità da est a ovest, costituendo con il resto del nord, da Torino a Trieste una compatta galassia metropolitana unica in Europa nel suo genere. Altrettanto chiaramente ARPA ammette che Falde e fiumi sono contaminati dai micidiali polimeri e metalli pesanti. Stesso discorso vale per la pessima qualità dell’aria dove le principali città venete mantengono il triste primato in fatto di saturazione da PM10 e polveri sottili. La laguna è minacciata dal passaggio delle grandi navi crocieristiche, dove per altro il Presidente/principe delle tenebre è anche azionista di maggioranza nei servizi a terra. Il panorama rurale appartiene alla storia, allevamenti e coltivazioni intensivi oggi, sono il tessuto agricolo responsabile delle emissioni di gas serra, uso a pioggia di glifosato su terreni e vigneti(zaia business) completano l’opera. Il paesaggio è in mano alle strategie della nuova ingegneria urbana che modella secondo uno schema codificato le odierne smart cities che poco tollerano ostacoli di alto fusto a causa delle trasmissione dati di recentissima tecnologia.
Dal punto di vista sanitario il conte Zacula decide dove attingere sangue contaminato dai Pfas. Solo le popolazioni della zona rossa sono invitati allo screening gratuito e volontario di monitoraggio. Per le altre zone, è vietato o vivamente scoraggiato non solo per gli alti costi.
Sappiamo che notevoli tracce dei temibili Pfas sono state trovate in Adriatico, nelle vongole e nella fauna marina, stessa cosa nei fiumi e nei pozzi artesiani a sud della Miteni e nei territori meridionali delle tre province coinvolte. Ora, è di recente notizia, l’ARPAV ha rilevato le stesse sostanze micidiali a nord dell’epicentro, esattamente nei siti di scavo delle gallerie passati della Pedemontana vicentina, opere a carico della concessionaria SIS voluta e raccomandata dal governo regionale. Tracce 38 volte superiori ai limiti fissati dallo stesso conte oscuro.

Un’altra bomba ecologica stà per esplodere nel mentre il governo Draghi cerca un ombrello giudiziario per gli inquinatori seriali. Questa volta sono i Pfba di nuovissima generazione, una specie di creatura mostruosa creata nei laboratori di quale industria chimica ci chiediamo visto che la Miteni è in demolizione anche se considerata “cratere attivo” a causa della mancata bonifica?
Chi li produce e chi li adopera? Perché si continua a progettare dei Pfas sempre più sofisticati nonostante il disastro ambientale provocato dalla fabbrica della morte? I vinti dovranno assistere attoniti ad un secondo Salton Sea in California, un territorio vasto come una provincia totalmente pietrificato dalla morte di qualsiasi forma di vita animale e vegetale a causa di agenti chimici e diserbanti? Il capitalismo estrattivo non ammette vuoto di profitto e il prezzo da pagare è altissimo, stiamo assistendo per questo ad uno sporco gioco di scaricabarile e di responsabilità.
E’ singolare e buffa questa lotta tra ricchi imprenditori del crimine ambientale: sotto il peso evidente di responsabilità attribuitale da ARPAV con tanto di analisi sul campo e video della buona inchiesta giornalistica, la concessionaria governativa regionale accusa l’intero comparto industriale della Valle dell’Agno. Il bue dice cornuto all’asino ma il paradosso è comunque veritiero perché ci sono le concerie, il metallo lavorato, la chimica di sintesi. Tutti consumatori seriali di Pfas. E ci sono anni, decenni di responsabilità oggettiva. Chi doveva vigilare ha voltato le spalle, chi doveva salvaguardare la salute dei cittadini ha preferito guardare il tornaconto elettorale e finanziario. Ora gli stessi siedono impropriamente sulla sedia delle parti offese al processo Miteni, sullo scranno delle parti civili, assurdo ma così aveva detto: guai ai vinti!