Il gigantismo sui mari e il monito di Suez

Nella ridda di congetture e commenti scatenati dal sinistro dell’Ever Given -portacontainer di 220 mila tonnellate della compagnia taiwanese Evergreen Marine Corp, che per sei giorni (dal 23 al 29 marzo ’21) ha di fatto bloccato il transito nel canale di Suez- spicca quello del Foglio, che azzarda una sorta di fil rouge tra il vaccino AstraZeneca e il mastodontico cargo. Che E. Cicchetti così riassume: “l’esistenza del rischio e la possibilità che si realizzi”. Come dire, il rischio e l’imprevisto sono presenti in ogni attività umana; così, una trombosi post vaccino o una tempesta di vento e sabbia improvvisa (con le conseguenze che sappiamo) vanno messe in conto se vogliamo liberarci dalla pandemia e, dall’altro, continuare a godere delle magnifiche e progressive sorti del nostro imperituro sistema capitalistico (sic!). Il dubbio che la pandemia, e il conseguente rischio vaccinale, abbiano poco di ineluttabile ma siano conseguenza di un pianeta stressato da scelte di sistema onnivore e iperconsumiste, sembra nemmeno sfiorare il Foglio. Come pure, per tornare all’Ever Given, sia la sciagurata cultura del gigantismo, esito mostruoso delle politiche di abbattimento dei costi e della massimizzazione del profitto, la ragion vera dei tanti disastri che si verificano sui mari, sia in termini di vite umane sia dal punto di vista ambientale. E che dire, poi, quando giganti del genere sono costretti a manovrare, con migliaia di container in coperta a fare da vela, in un angusto braccio di mare come Suez (largo circa la metà della lunghezza dell’Ever Given) che, nonostante gli ampliamenti, non riuscirà mai a reggere il passo con la crescita mostruosa della stazza delle navi che quotidianamente l’attraversano (da 50 a 80 al giorno) e con la crescita del volume degli scambi in mare? Errore umano, dunque, come pure in tanti hanno detto e scritto? Certo, semprechè lo si ascriva a chi, obbedendo solo alle logiche di mercato e di profitto, ha concepito e costruito simili mostri; a chi, nonostante il disastro climatico e ambientale, persevera nella convinzione che la crescita possa declinarsi solo in termini di iperconsumo di risorse e prodotti e, dunque, in movimentazione di merci; a chi, infine, non ha colto il monito che la pandemia e lo stesso blocco di Suez  hanno lanciato al mondo intero, cioè l’urgenza di un mutamento, reale, complessivo, ineludibile di paradigma sistemico.

Alessandro Punzo