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“Ciao fossili” I cambiamenti climatici tra resilienza e futuro post carbon

Si definisce un “transizionista”, Luca Lombroso. Ritiene infatti, il nostro meteorologo di fiducia, che il “cambiamento verrà dal basso e dalle comunità resilienti in transizione post carbon”. Ottimista sul futuro dell’umanità – più che per altro, perché essere pessimisti sarebbe troppo catastrofico e, forse, anche troppo facile – Luca Lombroso ha appena dato alle stampe il suo terzo e ultimo libro sul cambiamenti climatici: “Ciao fossili” edito da Artestampa, 17 euro ben spesi. Ultimo, sottolinea l’autore, non solo in senso temporale. “Mi auguro proprio di non dover scrivere più libri sui rischi dei cambiamenti climatici e che l’umanità cominci finalmente ad agire”.

Il cambiamento dal basso che auspica Lombroso, riguarda semplicemente tutti e tutto. Niente e nessuno può chiamarsi fuori. Sarà una rivoluzione economica, tecnica, culturale ma anche etica e sociale. Soprattutto, sarà inevitabile. Ed è per questo che la prima parte del libro è una sorta di dizionario alfabetico per insegnarci a “convivere con la resilienza”. Accanto ai capitoli che ti aspetti, come Bicicletta, Trivelle” e Biodiversità, troviamo Ogm (“Il problema del cibo – spiega Lombroso – non si risolve con gli Ogm. Anzi non si farebbe altro che rendere i piccoli produttori dipendenti dalle grandi compagnie abbassando la resilienza”) e Sforzi Vanificati (“i politici per primi devono essere coerenti ed evitare che mentre vengono promossi iniziative di sostenibilità … dall’altro si insista per costruire nuove autostrade, cercare petrolio e gas”). Con la categoria dei “politici”, Luca Lombroso non ci va a nozze. E come dargli torto? Il politico più lungimirante lavora nell’arco del suo mandato. Cinque anni, forse dieci se riconfermato. Ma i tempi della terra non sono i tempi della politica. Per non parlare dei tempi dell’economia. Che non solo non sono i tempi della terra – né lo sono mai stai – ma nemmeno quelli dell’umanità. Dire “Ciao fossili”, Lombroso lo spiega con coerenza ed efficacia, significa salutare per sempre una economia che ha mercificato ambiente, beni comuni e diritti. Significa lasciarci per sempre alle spalle una economia che ha trasformato in nostro futuro in uno sportello di bancomat.

Ma se la politica si rivela inadeguata, a chi spetta il compito di indicare all’umanità una nuova rotta attraverso il burrascoso mare della transizione? Racconta Luca Lombroso che, in seguito alla pubblicazione di Apocalypse Now? (che Luca venne a presentare proprio al laboratorio Morion, alla nostra scuola #ClimateChaos), le mail più intelligenti gli vennero spedite dai bambini. “Nelle giovani generazioni c’è una grande preoccupazione per il futuro e non comprendono l’immobilismo e il ritardo dei potenti, nonché l’insensibilità di tanti adulti”. La speranza dell’umanità sta nella loro capacità di rispondere in maniera positiva agli eventi traumatici che, non c’è dubio alcuno, i cambiamenti climatici porteranno con sé, anche nella migliore delle prospettive possibili, e “nella capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre senza perdere la propria umanità”. In altre parole, nella resilienza.

Non è un caso che la seconda parte del libro sia tutta dedicata alla Cop 21 di Parigi, che Luca ha seguito dalla capitale francese, sottolineandone le manchevolezze e le ambiguità. Non fa mistero infatti, di preferirgli l’enciclica Laudato Si’ di papa Francesco delle cui citazioni è infarcito il volume. Una lettura della Cop, quella di Lombroso, non del tutto negativa considerato che la Conferenza ha quantomeno sancito che le energie fossili sono dalla parte sbagliata della storia (quella che non ha futuro). Ma neppure totalmente positiva. Al massimo, l’accordo di Cop 21 può essere letto come una Costituzione ambientale. La prima Costituzione valida per tutta la terra perché del futuro della terra tratta. E, come tutte le costituzioni, ne sappiamo qualcosa in Italia come in Turchia, è fragile se non saranno i popoli a difenderla, inutile se non saranno i popoli a pretendere che venga applicata. Dall’altra parte ci sono i poteri forti della finanza, le multinazionali del fossile, politici inadeguati e senza coraggio, destre trasformiste che alzano muri di ignoranza per nascondere sotto le nebbie del nazionalismo e della xenofobia i veri problemi dell’umanità.

Loro non hanno futuro. Tocca a noi far sì che non rubino il nostro.