Non solo Grandi Navi. A preoccupare l’Unesco sono anche quelle più piccole che trasportano merci ad alto pericolo di sversamento come le petroliere. Anche queste dovrebbero rimanere a distanza di sicurezza dal delicato ecosistema della laguna di Venezia. E poi ci sono tutte le infrastrutture di cui non si capisce la necessità come il Mose, ad esempio. Progettone megamiliardario che, come è oramai chiaro a tutti, con la salvaguardia della laguna c’entra come i cavoli a merenda ed altro non è che un sistema malavitoso politico ed affaristico per distribuire tangenti e poltrone.
Nel summit internazionale World Heritage che si sta svolgendo a Doha (Qatar), l’Unesco ha diffuso un elenco preciso di tutte le opere ad altissimo impatto ambientale che rischiano seriamente di alterare per sempre la morfologia della laguna e che potrebbero obbligare l’organizzazione internazionale che ha il compito di tutelare i siti più belli del pianeta a declassare Venezia dal registro mondiale delle aree di interesse artistico e ambientale da difendere.
Come dire: se continuate così, di Venezia non rimarrà nient’altro che cemento, mare aperto e Grandi Opere inutili.
Il documento redatto dall’Unesco potete scaricarlo da questo link. Se masticate un po’ di inglese vi consigliamo di darci una letta. Trovate il capitolo dedicato a Venezia e alla sua laguna da pagina 32 in poi. Le preoccupazione dell’organizzazione riguarda in particolare il sistema di paratie mobili del Mose e altri “progetti attualmente in fase di sviluppo che includono: una piattaforma in mare aperto a circa 8 miglia al largo del porto di Malamocco, un nuovo terminal Autostrade del Mare di Fusina, un nuovo terminal container sul sito degli ex impianti industriali di Porto Marghera, di una nuova struttura multi-funzionale tra Venezia e la sua stazione marittima, e un porto turistico in San Nicolò”.
Un paragrafo a parte è dedicato alle Grandi Navi. L’Unesco esprime “preoccupazioni circa gli impatti ambientali negativi innescati dalle navi da crociera e petroliere”. Purtroppo, si legge, “l’obiettivo che mira ad escludere tutte le navi incompatibili con la città storica e con la laguna non è stato raggiunto nonostante l’impegno del Consiglio Comunale che ha promosso una serie di studi approfonditi … a causa della decisione del tribunale regionale del Veneto di sospendere la legge che riduceva il numero di navi da crociera”.
L’Unesco mette anche in guardia dalle ipotetiche “soluzioni” al problema delle navi: “Trasformazioni irreversibili potrebbero derivare da proposte di progetti di grandi infrastrutture di navigazione e di costruzione in laguna che hanno il potenziale di compromettere seriamente la Ouv della città”.
Per Ouv si intende “Outstanding Universal Value” che è il “metro” con il quale l’organizzazione mondiale misura il valore artistico, storico e paesaggistico di un sito.
Il documento conclude con una calorosa raccomandazione ad “attuare tutte le misure pertinenti per vietare alle navi più grandi di entrare in laguna e trovare alternativa a basso impatto per permettere ai croceristi di godere e allo stesso tempo comprendere il valore e la fragilità di Venezia”.
In quanto ai problemi legati “all’eccezionale pressione turistica sulla città e alle numerose attività legate al turismo debbono essere affrontato e risolti solo con meccanismi che non includano trasformazioni irreversibili”. Più chiari di così…
L’ultima preoccupazione dell’Unesco riguarda la miriade di competenze e “responsabilità che gravitano sulla laguna di Venezia, divise tra le autorità nazionali, regionali e locali in cui il Magistrato alle Acque gioca un ruolo decisivo. Si raccomanda quindi al Governo di stabilire un forte coordinamento tra tutte le parti interessate al fine di garantire gli equilibri idrogeologici della Laguna di Venezia e l’intero bacino di drenaggio nonché la tutela di tutti gli attributi che trasmettono l’Ouv del sito”.
Un’ultima nota. L’Unesco segnala anche due fatti positivi che riguardano la nostra laguna. Il primo è la riserva naturale di Valle Averto, la sola area che rispetti la convenzione di Ramsar sulle aree umide. Il parco della laguna Nord non è ancora attivo, purtroppo, ma confidiamo che, già dal prossimo congresso, l’Unesco premierà anche questa soluzione di tutela del nostro patrimonio culturale e paesaggistico insieme.
La seconda bella notizia segnalata dall’Unesco è il Palais Lumière. Quel torrone in puro stile “arabian nights” che un sarto trevisano di nome Piero Cardìn ma che si fa chiamare alla francese, Pier Cardèn, aveva disegnato per “migliorare” lo skyline della nostra laguna. Come dite? Il progetto è stato ritirato? Ma è proprio questa la bella notizia, no? Lo dice anche l’Unesco!