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Partecipare per tutelare. Alla Mostra del Cinema un docu-progetto per Pantelleria

di Maria Fiano – Alla Mostra del Cinema di Venezia succedono sempre tante cose. Capita così di trovarsi sulla Terrazza Biennale tra il mare e il palazzo del Casinò ad assaporare (oltre ai vini) parole che ci piacciono: Patrimonio da tutelare, Partecipazione, Pantelleria.

Due giovani cineasti, un promotore turistico che non ama definirsi così e un gruppo di pescatori mettono in scena qui, isola nell’isola, Pantelleria, il Mediterraneo, il mare, un ecosistema da tutelare e l’impegno di chi quell’ecosistema abita e vuole difenderlo e decide di promuoverlo per fare in modo che venga rispettato e per questo conosciuto, apprezzato, tutelato. Come ci rivelano le immagini di “Pantelleria Natura Ancestrale – Pantelleria Primal Nature”, documentario presentato il 4 Settembre in Sala Pasinetti al Palazzo del Cinema.
“Si dice di Pantelleria che non sia un’isola per tutti, e questa fortunatamente è una sacrosanta verità: è un luogo che si svela a chi lo cerca consapevolmente, è un luogo imprendibile che si regge su delicati equilibri e necessita quindi di conoscenza, comprensione, è un patrimonio da tutelare perché raro e fragile.” racconta, molto emozionato Luca Genovese, Fondatore e titolare di Minimi Sistemi e SOLOPANTELLERIA©, raccontando una storia che è un racconto comune e soprattutto è il racconto della laguna, qualche metro di profondità in meno, di Venezia e del Lido.

Gli fa eco lo short doc di Gianpaolo Rampini e Alessandra Raichi : “Tutto è connesso – Pantelleria: Cittadini attivi per un nuovo patto con la natura” che parla di mare e di che se ne prende cura e quindi parla di tutti ma anche di nessuno, come spesso accade quanto si tirano in ballo i beni comuni. A Pantelleria è nata la prima esperienza italiana di “processo partecipato a tutela del mare”: uomini e donne, singoli cittadini hanno deciso di reagire alle minacce ambientali e insieme hanno costruito un’idea innovativa e condivisa di tutela del territorio. Si sono costituiti nel Gruppo di Lavoro per l’Area Marina Protetta di Pantelleria e scelgono di raccontarci di come l’uomo debba prendersi la responsabilità dell’ambiente che lo circonda, rendendosi protagonista di un nuovo modo di pensare il rapporto con l’ambiente. La presentano come “la più grande rivoluzione culturale della nostra epoca”. Con il mare di fronte, stretti tra i cantieri del Mose (in questi giorni nell’occhio del ciclone), il transito delle grandi navi da crociera, i fondali della laguna deturpati (tra pesca a strascico e le correnti modificate dai lavori del Mose) sembra davvero una grande scommessa e un appello, quello a fare rete per cambiare lo stato delle cose.
Sono passate poche settimane (era il 19 luglio): i pescatori di Pantelleria organizzano la prima sagra del pesce locale per promuovere un’economia sostenibile, il più possibile ad impatto zero.  Mentre puliscono il pesce sugli scogli, una trivella trascinata da un rimorchiatore verso le coste dell’Africa, ricorda a tutti che è necessario scegliere tra le due possibili prospettive di sviluppo per il nostro mare, che non sono tra loro compatibili. I pescatori di Pantelleria hanno scelto da che parte stare. Oggi sulla terrazza del Lido ce lo raccontano e ci chiedono di fare la stessa cosa: di scegliere, di essere responsabili dell’ecosistema in cui abitiamo. Di partecipare, decidere, lottare per tutelare.