La rivoluzione passa per l’orto. È la rivoluzione dell’agricoltura bioenergetica, presentata a Ecofuturo2017, con l’addio ai tradizionali metodi di coltivazione e lavorazione, offensivi della terra. Il futuro sono le tecniche agricole non invasive e sostenibili
«Oggi i concimi chimici non rigenerano più la terra, ma nutrono direttamente la pianta, trasformando il suolo in un supporto neutro sempre più mineralizzato e privo di vita. E’ importante sottolineare come, per questa via, si realizzi una procedura che costituisce una costante dell’agricoltura industriale: la sostituzione di processi spontanei, naturali, con dispositivi tecnici, la surrogazione di un’economia della natura», ci dice il dottor Andrea Battiata, agronomo e consigliere della Società Toscana di Orticultura.
Il suolo è già all’origine è ricco d’organismi il cui lavoro, a causa delle lavorazioni e quindi alla sua ossigenazione che è dovuta alla lavorazione classica, viene alterato. L’agricoltura tradizionale, usa sostanze estranee per la coltivazione e interrompe l’azione degli essudati radicali, che sono i residui organici e le attività chimiche di batteri, funghi e lombrichi, generando uno squilibrio nutritivo che le pratiche agricole comuni devono compensare con l’applicazione di fertilizzanti e concimi di sintesi per limitare i danni. Questa compensazione artificiale, però ha un effetto temporaneo: il suolo si impoverisce aumentando le probabilità di sviluppo di patogeni e crea dipendenze alle piante.