Warning: Undefined array key "tie_sidebar_pos" in /home/clients/7a6cb6c29633d66d1f3b8cdc4e55c627/sites/eco-magazine.info/wp-content/themes/jarida/includes/post-head.php on line 5

Warning: Trying to access array offset on value of type null in /home/clients/7a6cb6c29633d66d1f3b8cdc4e55c627/sites/eco-magazine.info/wp-content/themes/jarida/includes/post-head.php on line 5

Padova: perchè l’ ULSS 16 utilizza ferri chirurgici usa e getta bruciati poi nell’ inceneritore?

Medici per l’ ambiente sezione di Padova e il Comitato Lasciateci Respirare Padova denunciano questo comportamento poco virtuoso e anacronistico.

E’ argomento di questi giorni la campagna per la riduzioni dei prodotti usa e getta (sporte in stoffa al posto di quelle in plastica) e a tal proposito volevamo segnalare un comportamento poco virtuoso e anacronistico.

Da circa due mesi in alcuni servizi dell’Ulss 16 vengono utilizzati strumenti chirurgici monouso, cioè usa e getta, per le attività di medicazione o chirurgiche; stiamo parlando di pinze, pinze emostatiche, forbici, portaaghi, prodotti complementari e vari set.

Il materiale di base di questi strumenti è costituito da acciaio AISI 420 e AISI 410 riciclato, ma sono presenti anche cromo, nichel e altre sostanze potenzialmente inquinanti anche se dichiarate in quantità ridotte. Tali ferri chirurgici monouso vengono smaltiti nell’inceneritore di Padova e naturalmente non bruciano completamente, quindi al termine del processo di incenerimento le scorie vengono separate con un magnete e “riciclate” ( il termine ci sembra azzardato ) per la produzione di viti, bulloni e materiale per l’edilizia

La scelta di utilizzare strumenti chirurgici monouso al posto di quelli ri utilizzabili attraverso la sterilizzazione ci pone di fronte interrogativi di natura economica, di tutela della salute e di rispetto dell’ambiente: scegliere di incrementare la quantità di rifiuti bruciati nell’inceneritore anzichè promuovere il loro riutilizzo ci sembra profondamente sbagliato soprattutto per un ente come l’Ulss 16 che per primo dovrebbe avere come obiettivo la salvaguardia della salute dei cittadini e promuovere e praticare una vera campagna di prevenzione primaria, eliminando o riducendo tutte le possibili fonti di inquinamento e sicuramente l’inceneritore, con le sue emissioni nocive e cancerogene rappresenta un rischio per la salute di tutti.

Chiamare “termo valorizzatore” l’inceneritore ( termine utilizzato nelle schede tecniche fornite dalla ditta prodruttrice ) è scorretto, esso serve a bruciare rifiuti, l’energia prodotta è marginale come riconosciuto dagli stessi tecnici dell’impianto di Padova, così come chiamare “ferri ecologici” tali strumenti solo perchè vengono riciclate le scorie post combustione ci sembra improprio.

Molti dubbi ci sono anche sull’impatto ambientale degli agenti chimici che compongono i ferri nella fase di incenerimento, sui costi di smaltimento molto alti( 2000 euro a tonnellata) e sulla effettiva correttezza nella procedura di raccolta di tali rifiuti.

Tutto ciò appare ancor più incomprensibile se consideriamo il fatto che a Padova in via del Progresso, dal 1° aprile del 2009 è attivo il più grande centro di sterilizzazione d’ Europa (2850 mq), inaugurato in pompa magna dall’ex governatore Giancarlo Galan, nato da una collaborazione pubblico privato, il cui appalto per la gestione per i primi 9 anni è stato vinto dalla società consortile Psis Scarl; numerosi erano i vantaggi esposti il giorno dell’inaugurazione del centro che accorpava in un unico stabile tutte le sale di sterilizzazione diffuse nelle sedi ospedaliere della provincia: primo fra tutti il risparmio, la razionalizzazione della spesa pubblica, gli elevati standard di qualità e sicurezza, la tracciabilità di ogni singolo ferro chirurgico, la semplificazione amministrativa.

Perchè a fronte di questo notevole investimento si vorrebbe fare una scelta che va in un’altra direzione? Cosa ha fatto cambiare idea all’ ULSS 16?

Crediamo sia importante che i responsabili della salute pubblica adottino comportamenti virtuosi che siano da esempio, anche se solo simbolico, per la cittadinanza; gli inceneritori rientrano fra le industrie insalubri di classe 1 e riteniamo che vadano applicati i principi di precauzione e prevenzione privilegiando la riduzione della produzione di rifiuti e promovuendo il riutilizzo della materia, con impatti sanitari, ambientali ed economici nettamente inferiori rispetto a quelli provocati dalla combustione dei rifiuti.

– ISDE – Medici per l’ ambiente sezione di Padova

– Comitato Lasciateci respirare Padova