Per una Venezia “plastic free” con palificazioni in legno a lunga durabilità nei canali

di Sandro Castagna* – Da quando i 10 Savi a Rialto hanno abbandonato l’ufficio lasciando un largo buco di conoscenza, si sono avvicendati in tanti e se ne sono viste di tutti i colori. Proprio di tutti i colori sono state immesse in Laguna di Venezia e nei canali della città storica pali e palificazioni indegne, inquinanti tossiche e nocive, perturbatori endocrini che interferiscono con il sistema ecologico lagunare e marino e conseguentemente direttamente con la salute degli anfibi abitanti.

Non lo dice chi per un ventennio si batte per questo nel mondo lo dicono Istituti scientifici di chiara fama, in europa lo scrivono le Direttive Europee e adesso finalmente lo afferma anche il Ministro all’ambiente e alla tutela del Territorio e del Mare, generale Sergio Costa.

Ma, nonostante tutto questo, i tentativi reconditi ed illegittimi di introdurre in Laguna di Venezia plastica di ogni genere sotto forma di pali e palificazioni, hanno avuto una storia quanto meno ventennale. Queste palificazioni sintetico/plastiche di poliuretani, polivinili, estrusi miscelati con resine e composti chimici banditi da specifiche normative, sono in bella vista nei canali interni di Venezia.

A dispetto di tutto e tutti, ovviamente anche del decoro dei canali ma ancor peggio, in difformità delle normative, le Amministrazioni più importanti che si sono susseguite e che governano le nostre acque si sono dimenticate, o meglio hanno remato contro corrente fino ad oggi, a dispetto sia della parte economica sui costi delle palificazioni e delle opere marittime sia a dispetto della salute e dell’ambiente.

Dell’ambiente parleremo, ma in fatto di salute va detto che l’attuale Sindaco – senza escludere i precedenti – fino a legge contraria è responsabile della salute dei veneziani.

Sta di fatto che dopo oltre 15 anni di sfaceli, essendo vigili e preparati in materia, stiamo coinvolgendo tutte le forze che abbiano a cuore la Laguna di Venezia ed andando oltre, vista l’attenzione che il mondo riserva alla nostra città da lunghissima data “esperta madre del crocevia etnico”. Per cui nonostante la plastica costosa ed inquinante, come fosse l’uovo di Colombo o la soluzione ottimale di tutti i mali dei mari, noi non demordiamo e ci prepariamo ad un’altra battaglia, da affrontare anche sui tavoli tecnici e contro la mala gestione delle amministrazioni che spesso fa più danni del malaffare. A volte le due cose coincidono.

Da molto tempo ci chiediamo cosa ci sia sotto. La scuola della corruttela del Mo.Se ha fatto proprio sfaceli in ogni individuo che abbia toccato da vicino. I Commissari litigano perfino con i propri Organi dello Stato. Il Ministero non si sbilancia o non interviene, e quando lo fa si muove in notevole ritardo giustificandosi col fatto che altri erano al governo prima e certi progetti non si sarebbero mai dovuti fare.

Tornando alla questione delle palificazioni in legno della laguna di Venezia, constatiamo che si presenta con lo stesso sistema del Mo.Se e che per le opere di salvaguardia e di compensazione morfologica l’incapacità che regna sembra ormai cristallizzata.

Esiste invece un metodo di protezione del legno immerso in ambiente acquatico a lunga durabilità e all’Ossido di Ferro. Sono riuscito ad ottenere un brevetto nel 2010 che se pur con un ritardo di sette anni, è stato approvato e ammesso in Laguna di Venezia dal Ministero alle Infrastrutture per mano del suo Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche del Triveneto che si chiama da un bel po’: “eco-FeO wood protection systemTM”.

Abbiamo dimostrato fuori d’ogni dubbio che funziona al di la di ogni ottimistica previsione, lo abbiamo certificato da parte del CNR-Ismar e dalle Università del Veneto e, se applicato con una pianificazione estesa decente, farebbe risparmiare decine di milioni allo Stato e all’amministrazione della città.

Per la tutela del paesaggio lagunare e del suo delicato sistema ecologico, si può e si deve lavorare con la natura se solo la si ascolta. Per fortuna, In Canada ci credono e con il loro Ministero all’Ambiente, anche se lentamente, lo stiamo preparando a scala Paese, per togliere dal mare i composti chimici che sono tossico nocivi per i mammiferi e per l’ecosistema marino, a causa della preservazione del legno in autoclave delle multinazionali del legno.

A Venezia, questo metodo ecologico a basso costo, prima si è tentato di non utilizzarlo, poi di contraffarlo, ora si campa la scusa della sicurezza della navigazione interna per tentare la via dell‘installazione della plastica diffusa in laguna, sotto forma di pali sintetici.

Le imprese lagunari che hanno usato plastica e ancora lo fanno coinvolte nei lavori, ci hanno lucrato un bel po’ per più di 15 anni, e non pensano di smettere di intossicare la laguna. Noi d’altro canto abbiamo proposto di avviare un’operazione di bonifica diffusa con costi modici e stemperati in 10 anni, per togliere questa plastica inquinante dall’acqua e riequilibrare l’impatto – purtroppo da soli – stiamo ponendo il tema ai tavoli tecnici di ogni livello di governo delle acque.

Siamo certi che la voce del resto del mondo potrà costituire una spinta affinché riusciamo ad invertire la rotta maldestramente presa in Laguna. Questa rotta però ha bisogno più di prima di linfa nuova, di energie sane, quelle dei giovani che dovranno confrontarsi al più presto con emergenze di ogni tipo, in primis quella climatica.

Si può allora salvaguardare l’originale paesaggio lagunare di palificazioni in legno, ben protetto e senza grandi costi, e mantenerlo senza aver bisogno di materiali sintetici altamente nocivi per l’ambiente e la salute, ma dobbiamo farlo ora e subito, facendo sentire la voce di un coro più esteso, perché forse la sola nostra voce non basta più.

Gli sforzi, anche se perseguono per il bene comune della Laguna, non sono sufficienti a battere le multinazionali del sintetico che ci stanno togliendo la Bellezza del paesaggio, quell’incantevole paesaggio che i nostri avi ci hanno affidato e che oggi stiamo pretendono di demolire a colpi di sistematica corruzione.

Per una Laguna che ospiterà le nuove generazioni c’è bisogno innanzitutto di una pulizia culturale, prima che ambientale, quella cultura che ci consenta di godere nell’acqua che solchiamo tutti i giorni, del bene Laguna e la sua città, Venezia.

Allora assieme all’Unesco che ha lanciato questa l’iniziativa noi gridiamo: Plastic Free Venice forever!

* bioarchitetto