Storie e cronache esplosive di Pfas e Spannoveneti
di Alberto Peruffo – Editore Cierre
Dice Alberto Peruffo, l’autore di “Non torneranno i prati”, che “uno come me, nato nella terra dei Pfas, della Pedemontana e della base militare Dal Molin, non poteva che diventare un attivista”. Così dice e… sbaglia! Sbaglia per troppa generosità, ma sbaglia. Tutta l’Italia, caro Alberto, è una gigantesca “terra dei fuochi”. Tutta l’Italia è piena di emergenze ambientali, di grandi opere, di attacchi ai beni comuni e al territorio che, alla fin fine, sono attacchi alla stessa democrazia. Già, alla democrazia. Perché nessuno accetterebbe di vedere la sua terra devastata, la sua salute compromessa da una economia di rapina che fagocita ambiente e diritti per trasformarli in enormi profitti riservati a pochi. Nessuno, se non gli fosse fatto credere che la “colpa” è tutta dei migranti, dei rom, dei centri sociali o dei “pidioti”. E che bisogna odiare chi ha tendenza sessuali diverse dalla media o chi scappa dalla guerra per non odiare chi si arricchisce con il cemento, l’evasione delle tasse, i profitti mafiosi, le grandi navi, lo sfruttamento del lavoro, il business malavitoso dei rifiuti e la nostra salute. Alberto è diventato un attivista perché queste cose le ha capite sin dall’inizio. E credetemi se vi assicuro che sarebbe lo stesso Alberto che conosciamo ora se fosse nato in un ipotetico territorio incontaminato (che in Italia non c’è più) dove la gente non ha bisogno di scendere in piazza per difendere la sua terra.
Il destino casomai, lo ha portato ad occuparsi dei Pfas, gli scarti della lavorazione di sostanze idrorepellenti che per vent’anni, nel silenzio complice della politica e di chi doveva tutelare l’ambiante, la Miteni ha versato nella falde del vicentino, sino a causare il più grande inquinamento delle acque nella storia d’Europa.
“Non torneranno i prati”, (Cierre edizioni) racconta in bello stile – cosa più unica che rara per un libro che è anche una inchiesta giornalistica, corredata da dati e analisi scientifiche – questa brutta storia di inquinamento che è anche una bella storia di rivolta, di persone, soprattutto di donne, che hanno avuto il coraggio di mobilitarsi e denunciare. Ed è grazie alla loro denuncia, non certo dalla politica, che ora sappiamo cosa è successo e sappiamo cosa bisogna fare. Già. Perché il libro di Alberto ha una chiosa non scritta ma che riecheggia in tutto il libro: “Non torneranno i prati se…” E’ in quel “se” sussurrato delle sue “Storie e cronache esplosive di Pfas e Spannoveneti” – come si legge nel sottotitolo – che sta tutta la forza rivoluzionaria del libro di Alberto Peruffo. I prati possono anche tornare a fiorire se… e quel “se” dipende tutto da noi. L’autore ce lo ricorda in ogni pagina, in ogni riga del suo libro. E per questo, non possiamo che dirgli: grazie, Alberto!
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