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Awakening risveglia Venezia

L’iniziativa messa in campo, e pure in calle, dai ragazzi del collettivo Awakening, un paio di di notti fa, non è solo la più bella sorpresa di carnevale che un veneziano potesse aspettarsi ma è addirittura un qualcosa che ha dato un senso ad un festa tanto tradizionale quanto svilita, oramai ridotto a parata per turisti o al solito concerto all’arsenale.
Un po’ come, per altri versi, sarà la sfilata di barche volta a denunciare le devastazioni perpetrate in laguna che ci attende questo pomeriggio. Questo è il carnevale tradizionale che vogliamo perché non c’è nulla di più tradizionale, per un abitante delle calli, che difendere la sua laguna.

Possiamo stare certi che quegli enormi pannelli fotografici che hanno inaspettatamente tappezzato mezza città hanno fatto sgranare gli occhi a più di una addormentata coscienza per cui “le grandi navi? sì… sono brutte e pericolose… ma io che ci posso fare?”
Ed invece possiamo farci tutti qualcosa. Anche chi non ha più il fisico o l’età per buttarsi in acqua davanti alla Giudecca (spettacolari le immagini che ricordano l’impresa del settembre 2013!). Se non altro, possiamo, dobbiamo capire da che parte stare. E capire soprattutto come mobilitarci per allontanare definitivamente queste specie di speculazioni edilizie galleggianti dalla nostra laguna.

I ragazzi di Awakening, che non a caso significa “risveglio”, lo hanno fatto a modo loro, da quegli autentici “fotoreporter di strada” che sono. Senza bisogno di pagar dazio al riverito Ordine dei Giornalisti. Senza chiedere permessi e senza danneggiare Venezia (le foto sono solo incollate sulle recinzioni in legno dei vari cantieri), hanno letto la città come un enorme giornale cartaceo, “pubblicando” nei suoi muri, come in una prima pagina, le foto che denunciano lo svilimento di una laguna oramai quotidianamente stuprata dal passaggio di questi assurdi condomini naviganti. Che a chiamarli “navi” si fa un affronto al vocabolario e un torto ai libri di Conrad.

Foto bellissime e coinvolgenti. Tutte in bianco e nero. E non solo perché stamparle a colori sarebbe costato un fottio, ma anche perché, come ben sanno tutti i fotografi – intendo i veri fotografi, come sono le ragazze e  i ragazzi del collettivo Awakening, e non quelli incapaci come me che vanno sempre giù con il luccichio dell’Hdr! – nel bianco e nero ci sono tutti i colori del sole. Ma non solo. Nelle loro grandi immagini c’è qualcosa in più di tutti i colori del sole. Nei loro “bianco e nero” ci trovate tutti i colori della lotta.