Ve l’avevamo detto: Don’t look up!

Basta non guardare in su!
E’ quello che suggerisce il recentissimo film neohollywoodiano circa la catastrofe imminente che grava sulla Terra. Geniale per certi versi perché capace di leggere pari pari, come una cartina di tornasole ciò che realmente accade su questo pianeta governato dal sistema capitalistico distopico e dispotico.

Togliamo l’elemento disastroso “meteorite che si schianta” e ci mettiamo le temperature elevate negli alti strati atmosferici di questo capo d’anno e poi vedi lo stesso film, la stessa narrazione, gli stessi protagonisti, le parti contrapposte, una visione incantata e illusoria di una società intrappolata nello spensierato “confort zone”. Sembra quasi che la melassa capitalista dentro la quale sono (siamo) immersi i protagonisti non debba mai finire, come quelle fontanelle con i giochi d’acqua che si autoalimentano.

Tuttavia i cambiamenti climatici odierni sono presenti e tangibili soprattutto i in questi giorni dove temperature elevate rendono inquietanti le similitudini con la pellicola americana. E nonostante tutto, per i media e la informazione borghese è solo l’anticiclone africano ad essere capriccioso, peraltro limitato in montagna come se fosse una scampagnata fuori porta del clima bizzarro. Mentre in pianura persiste il freddo, la nebbia ed un inquinamento tale che non sai più distinguere l’uno dall’altra. La vulgata mainsteam nostrana ci suggerisce di non guardare in su ma di essere concentrati in basso sullo svolgere della pandemia, sul ritmo incalzante dei contagi e di quello che accade di sociologicamente misterioso in alcune località di provincia tali da meritarsi il contrassegno di zona rossa assai vicina alla serrata sanitaria. Come Se non ci bastasse il severo disappunto sul comportamento bislacco e disubbidiente di talune popolazioni della periferia padana( che forse più di altre sono costrette, loro malgrado a contravvenire alle norme anticovid)provenire da autorevoli esperti di virus e strategie politiche infettati a loro volta dalla variante K come Kanati, ovvero cantare. Ecco allora venire in aiuto alla indicazione tautologica la vera informazione giornalistica, quella che indaga al posto nostro sui retroscena della attualità politica di costume, ponendosi una domanda che tutti noi vorremmo esaudita: cosa faranno i Ferragnez ora che sono risultati positivi!? Se avete veduto il film sapete di cosa stiamo parlando e di come l’esercizio di allenare la mente verso problematiche di un certo interesse vitale(universale) viene visto solo come una attività del tutto opzionale, verrebbe da dire casuale, fortuita, accidentale quasi.

Come ben sappiamo gli americani sono attratti dalla storia di Teddy Bear e non smetterebbero mai di ascoltarla, grandi e piccini. Agli europei, benchè più pragmatici storicamente(ricordiamo qui che le Americhe furono scoperte grazie alla tenacia di qualcuno che sosteneva la tesi che la Terra fosse rotonda. Concetto tutt’oggi messo in dubbio non solo dai terrapiattisti ma fatto ancor più grave da politiche neocoloniali e guerrafondaie) le storie che vengono loro raccontate posseggono lo stesso quel qualcosa di fantastico, surreale, a volte persino patetico. Ad esempio che il nucleare è da annoverare tra le fonti ecosostenibile. La raccontano così bene che sono quasi riusciti a convincerci che il gas metano non è più una fonte fossile ma che lo era milioni di anni fa, oggi invece ENI lo trasforma in qualcosa di nobile esattamente come la basura che viene bruciata negli inceneritori. Ci tengono a noi, sapete. Hanno a cuore la nostra salute, pensate che sono riusciti a “strappare” un mega centro ospedaliero contro la costruzione di una 4 linea. Se qualcosa dovesse andare male c’è sempre pronto un posto letto in rianimazione. Premurosi come sono ci hanno tenuto nascosto per decenni la gravità e la pericolosità dei Pfas, non volevano che ci preoccupassimo. Poi quando qualcuno ha tenuto loro precisare che a tutt’oggi manca uno studio epidemiologico su tutto il territorio veneto. Per tutta risposta, il migliore di loro, quello a capo di una azienda territoriale pubblica ha detto che a fermare in partenza lo studio epidemiologico è stato l’avvento di una epidemia. Ragazzi non fa una grinza! Ecco spiegato il motivo di tanto successo che lo circonda, egli rispecchia la lucida follia della sua base elettorale che lo considera una “simpatica canaglia”.

Sempre tra i migliori, al governo c’è uno che si fa chiamare “drago” da quanto si crede bravo, però al plurale per via delle numerose alte cariche occupate e altre di nuove che occuperà prossimamente. Un personaggio che di conti se ne intende visto che ne ha scacciato uno prima di lui dalla sua scrivania e altri ben più pesanti intenderà gravarne. In questo film diretto da una regia europea è lui che ci dice di non guardare in su perché non c’è un minuto da perdere in sciocchezze climatiche proprio nel momento in cui la locomotiva pare ripartire alleggerita com’è dai nuovi tagli alla sanità.

Il PNRR pare scritto dai fratelli Grimm, arrivi alle conclusioni piano piano, seguendo i miliardi di € disseminati lungo il sentiero che porta nell’oscurità della transizione ecologica che per entrarci ti serve il gp o, per capirci qualcosa, il certificato di guarigione ma dalla patologia depressiva dovuta allo stazionamento inoperoso (come dicono i divi della comunicazione) a causa di lockdown e divieti vari.

Ma di quale transizione ecologica stiamo parlando, raga’? Quella che tutti noi immaginiamo o di quella legata a doppia mandata al debito innescato sulle rovine di questa guerra al Covid. Di debito in debito, di emergenza in emergenza il capitalismo ha costruito questo regime a libertà condizionata. Rimescolando sul tavolo dei conflitti la proprietà dei diritti contro la proprietà dei mezzi industriali. Nucleare e Gas saranno le due materie su cui gli Stati-impero si giocheranno la strategia della indipendenza economica con qualche traccia di albumina eco-sostenibile nelle urine del gigante industrial-digitale.

A Cortina in questi giorni di gennaio e di caldo anomalo la temperatura sfiorava i 20 gradi, a guardare all’insù voleva dire avere la testa ai tropici e i piedi al polo nord, un po’ come la dodicesima carta degli arcani maggiori (tarocchi) che ti viene il sangue gli occhi se guardi le cifre : +20 la temperatura, +25% generi alimentari, +30 luce e gas, +40 carburanti, +150 metano da trazione, +licenziamenti, 180 miliardi di dollari la capitalizazione di Apple, +25% il fatturato di Amazon ecc. bè, senza contare i giorni in cui sono stati sforati i valori dei famigerati pm10, polveri sottili e sottilissime il cui consumo di queste ultime è tale da superare ogni più rosea aspettativa da parte del cartello di Medellin con buona pace di chi sostiene imperterrito “che andrà tutto bene”. Si ma per chi?

Dal punto di vista della qualità dell’aria, bene si spiega quella percentuale (60)di vittime di covid ben al di sopra della media nazionale. A tal proposito ci viene in aiuto il comune di Padova con il progetto di piantumazione di 10mila nuovi alberi nello stesso territorio cittadino.

Iniziativa lodevole, per carità, se pensiamo che altri vorrebbero portare in vita un tronco morto come Berlusconi. Tuttavia a conti fatti riusciremo a respirare un po’ di aria contenente qualche atomo di ossigeno oltre il 2050, cioè la data limite imposta dalla Regione per portare allo zero il tasso di consumo di suolo. Si, sono davvero i migliori e senza vergogna, mica come noi che siamo appena sopra la sufficienza e che ci facciamo degli scrupoli quando rubiamo due cose al supermercato; eppure lo scorso anno, inizio estate i tizi del consiglio regionale si sono trovati a palazzo Balbi ed è andato in scena il teatrino delle marionette imbalsamate, il gioco delle parti in cui si incrociano interessi “politici” della Maggioranza con quelli delle Opposizione. Hanno votato insieme la nuova legge Regionale portando al 2050 lo zero assoluto.

Pare che questa data sia la panacea di tutti i mali: chiunque abbia a che fare con tutto cio che riguarda la salute del pianeta attraverso leggi, decreti, programmi, progetti e quant’altro, sia localmente che a livello mondiale, rimandino a quel lontanissimo giorno ogni scadenza in agenda. Tranquilli, un minuto dopo la mezzanotte di quel ultimo dell’anno tutto cesserà di botto e chi starà sversando in mare petrolio dovrà chiudere le condotte al tacere dei dodici rintocchi e farsene una ragione!. Poi cosa facciano nei 30anni che ci stanno di mezzo lo scopriremo ogni qual volta assisteremo a quelle grottesche pantomime in cui c’è da derogare, rinviare, eludere, posticipare.
Urbanizzazione dunque, concetto tanto caro all’opposizione nel ruolo di maggioranza tanto è che il Comune di Padova ha chiesto ed ottenuto dalla Regione di fissare in 262 ettari, contro i 73 emendati, il budget di terreno disponibile per nuove edificazioni fino al fatidico 2050, in pratica 9 ettari ogni anno, ovvero 90000 mq, ovvero un 1/10 all’anno dell’intera superficie comunale. Non c’è male per una cittadina che aspira a diventare città metropolitana! Ecco svelato l’arcano: non di governo e opposizione bisogna parlare ma di maggioranza e minoranza, visto che entrambe tifano per il Ministero della falsa transizione.

Hanno la faccia come il cu…..oziente di libera informazione che circola nei mass media filogovernativi e istituzionalizzati. Da questo punto di vista meglio sarebbe non sottovalutare comunque i rotocalchi patinati, che si sono rivelati essere dei veri strumenti coercitivi della ragione, seppur già compromessa, capaci solo di riversare sulla platea la melassa dello strombazzamento pseudo culturale del “state sereni, tutto sta procedendo a gonfie vele” . E qui arriviamo a l’altro punto caldo che mette in correlazione realtà e fiction. Ossia la verità, meglio dire la post-verità. La verità raccontata oltre il dogma, oltre lo strumento, una narrazione che arriva ancor prima della “verità” stessa. Nessuna remora, le cose devono andare seguendo il concetto di secolarizzazione della prassi, che vuole la celebrazione della trinità laica della produzione-circolazione-consumo.

La “verità” è alla finestra ma nessuno le apre la porta. La pandemia, che si legge sindemia è come quel puntino luminoso che improvvisamente appare una notte sopra i cieli della fiction americana. Colpa dei cinesi e del laboratorio biochimico di Wuhan, (metropoli da 11 milioni di abitanti, una delle 500 comparse in 20anni di urbanizzazione, cresciute sulle ceneri di antichi paesi dalle millenarie e ataviche tradizioni) sono corsi subito a dire i menestrelli del bel canto borghese. Nonostante e a dispetto di milioni di persone che fino a pochi giorni prima della comparsa fossero scese in piazza, alzando la testa, puntando il dito altrove, sul luogo originario. Nel disastro ambientale magari. Nel bio capitalismo che sottrae spazio al Vivente magari. A un modello di produzione che assorbe anima e corpo della gente. A un processo politico di potere che ammette la morte come strumento di comando e supremazia.

Ve l’avevamo detto, ci verrebbe da urlare in faccia a questa gente! Ma siamo già dentro l’epoca della post-verità e questa frase si perderebbe come una lacrima nella pioggia.

Don’t Look Up è un film che parla di post-verità. Caos, menzogna e spettacolarizzazione (banalizzazione) sono gli ingredienti fondamentali per creare la ricetta della post-verità. Ricetta per confezionare l’amaro boccone della emergenza normalizzata, replicabile e gestibile a misura del momento politico. Il Covid è stato il banco di prova sul quale sperimentare le tre leggi auree e non passa giorno in cui non vengano rispettate alla lettera. Freschi freschi di oggi due notizie che in se contengono del comico, robe da sbellicarsi dalle risate ma che contestualizzate sono drammaticamente esaurienti: Da un lato l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin che dichiara ad un quotidiano locale, il più diffuso fra gli avventori dei bar muniti di sgp che, presto, non appena Zaia finirà le conferenze stampa con i dati cCovid, la Regione Veneto si munirà di una strategia contro i cambiamenti climatici. E saranno sicuramente noi crediamo, gli stessi ricercatori che si sono occupati di pfas, vaia, inquinamento, grandi navi a Venezia, Mose, comprensori sciistici, glifosato, allevamenti intensivi. Insomma roba grossa! Dall’altro c’è l’affermazione di un virologo, un aficionados della medesima testata giornalistica, da far tremare i polsi e la scatola dei pastelli con cui colora le figurine: viola dice che se non ci fossero i non vaccinati grigi saremmo già da un pezzo in zona bianca discendente da quella rossa e oggi non vedremmo tutto nero. Roba grossa anche qui!

La middle class in Europa è tutto sommato cauta rispetto alle restrizioni autoritarie. Shopping e consumo vanno tutelate in perfetto stile anglosassone, quasi di diritto costituzionale si potrebbe dire. Qui da noi la classe media è meno media di altrove, le paghe sono basse e una conflittualità sociale di un certo peso. Ricordiamo giusto per rafforzare il tema la questione nucleare ormai fuori da anni dalla enciclica capitalista nostrana, stessa cosa dicasi per l’acqua bene comune(sic!) e una certa autonomia sociale vivace e presente. Di convesso abbiamo una classe politica che fa ceto a se, tutta piegata sulla poltrona e sugli artifici istituzionali e para….statali. Dunque una situazione che potremmo definire con un ossimoro eloquente, dinamicamente imbalsamata. A rompere questo paradigma blindato è stato chiamato Lui, Draghi, il Clint Estwood della politica perché ha una sola espressione del viso. Quella dell’uomo con il fucile. Coniare un nuovo sillogismo per Marietto nostro sembrava eccessivo perciò Del Bello  meglio si è adoperato per definire l’ operato di lui con il termine cesarismo, da Cesare, l’imperatore romano con la lira. Anzi il banchiere, l’uomo dell’Euro, del debito, del capitalismo finanziario, della svolta digitale, del capitalismo globale ed estrattivista che rompe ogni indugio con il passato.

Il cesarismo draghiano e il nuovo campo di battaglia. Ormai abbiamo capito che questa pandemia è una sindemia, cioè una malattia sociale oltre che sistemica, che per guarire abbisogna di un nuovo e complicato meccanismo di controllo e comando che dominerà su una vastità di disastri, caos e ingovernabilità.

Per concludere, Ciò che ci conforta al di la di tutto è sapere che in edicola è disponibile una dispensa a puntate che si intitola: come pensare! Sappiatelo, noi ve lo abbiamo detto.

Italo Madia