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Le Eccellenze venete tra corruzione e malaffare. Sabato sarà la giornata dell’indignazione

di Rebecca Rovoletto. Comitato Opzione Zero – Il 4 di giugno 2014 resterà una data memorabile per il Veneto. All’alba di ieri mattina, infatti, sono scattati arresti e avvisi di garanzia per una cinquantina di “eccellenze” ai vertici delle istituzioni, nell’ambito della maxi inchiesta sul Mose. Tra i nomi, quelli di Renato Chisso (assessore regionale alle infrastrutture), di Giorgio Orsoni (sindaco di Venezia), di Giancarlo Galan (ex governatore del Veneto, ex ministro, ora senatore a Roma), di Lia Sartori (europarlamentare uscente, braccio destro di Galan), Giovanni Artico (ex commissario straordinario per il recupero territoriale e ambientale di Porto Marghera), Giuseppe Fasiol (che ha raccolto il testimone del supercommissario Silvano Vernizzi e suo vice a Veneto Strade); Giampiero Marchese (consigliere regionale nel CdA di CAV per il Passante); ma ritornano anche i nomi di Lino Brentan (ex presidente di Autostrada Venezia-Padova, già condannato) e Piergiorgio Baita (ex AD della Mantovani SpA, già condannato)…

Nomi politicamente trasversali, dal PD a Forza Italia, alla Lega Nord, che fanno venire l’orticaria ai moltissimi comitati, movimenti, associazioni e cittadini che da un ventennio denunciano con forza, con fatica e inascoltati le menzogne e le tresche che si compiono attorno ai grandi appalti della regione – mettendo a nudo il sistema delle grandi opere, svelando gli intrecci tra politica e impresa, i trucchi finanziari, i conflitti di interesse, l’illegalità delle procedure.
Mai, sino ad ora – e con esasperata incredulità da parte dei movimenti – si era arrivati a toccare il livello istituzionale che ha contribuito in modo determinante allo scempio di questa regione. La magistratura ha finalmente scoperchiato pubblicamente le “eccellenze” politiche legate alle lobby e al malaffare che dagli anni ‘90 indisturbate si sono abbuffate sulla pelle di tutti.

Il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico per la costruzione del Mose, è stata la madre di tutte le nefandezze, la prima pietra su cui si è costruito un sistema malavitoso di intrecci politico-affaristici che ha portato poi alla proliferazione di appalti milionari per opere devastanti quanto inutili. Si parli di Pedemontana veneta, Passante di Mestre, camionabile, Orte-Mestre, Veneto City, Ospedale dell’Angelo…le ditte aggiudicatrici degli appalti e i politici che hanno avvallato questi progetti sono stati sempre gli stessi.
Parlare di corruzione, tangenti e malaffare legati alle grandi opere, è ormai diventato uno sguardo riduttivo. I livelli politici, in Veneto come in tutta Italia, in questo ambito hanno responsabilità che vanno ben oltre alle inchieste delle Fiamme Gialle e ricordano la storia di Al Capone, inchiodato per una banale evasione fiscale…

Responsabilità gravissime, direttamente collegate al depauperamento delle persone e delle famiglie, al tracollo delle piccole attività, al collasso delle economie, ai disastri ambientali degli ecosistemi territoriali, al progressivo smantellamento dello stato sociale… Per finire al tradimento totale dei dettami democratici.
Anche se la giustizia ordinaria, seguendo il suo corso, non arriverà a inchiodarli per bene (servirebbe davvero un tribunale speciale…), sono queste le vere responsabilità di cui le loro Eccellenze dovrebbero rispondere.

Dal Veneto alla Lombardia, dall’Expo al Mose, in tutta l’Italia ormai è evidente e conclamata l’equazione tra Grandi Opere e Malaffare. Ma il Veneto, in particolare, è stato ed è il laboratorio nazionale dove si sono messi a punto i meccanismi più feroci di depredazione: dal project financing (che ricordo funziona anche sui servizi alla persona, come per gli ospedali) ai recenti project bond che stanno per essere introdotti a salvataggio del Passante di Mestre (altro capolavoro del triumvirato Galan-Chisso-Mantovani).

Oggi, il blocco politico veneto è ricoperto da una sana coltre di merda. E per oggi – noi, il Veneto “dal basso” vivo e vitale più che mai– celebriamo col sorriso aperto di chi vede finalmente messa a nudo la verità, sperando che ora si aprano gli occhi dell’intera opinione pubblica.

Ma gli arresti non bastano. Ora necessario fermare subito le grandi opere e i grandi progetti speculativi, a cominciare dall’Autostrada Otre- Mestre, da Veneto City, e dalla pericolosa operazione di indebitamento che riguarda il Passante di Mestre.

Per questo continuiamo a lottare con determinazione, manifestando, denunciando, occupando, facendo informazione… e chiedendo subito e con forza una moratoria sulle grandi opere e lo stop al project financing e agli investimenti di risorse pubbliche.

Il primo appuntamento è sabato prossimo 7 giugno a Venezia alla manifestazione lanciata dal comitato No Grandi Navi (ritrovo a piazzale Roma alle 13.00), che oggi assume una valenza ben più ampia e a cui si affianca l’iniziativa “Arance per tutti!”, l’idea di donare un genere di conforto notoriamente gradito in caso di misure restrittive. L’invito è, dunque, quello di partecipare in tantissimi e portando arance da depositare davanti alle sedi istituzionali colpite dall’onda giudiziaria.