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Grandi Navi. E’ l’ora delle scelte. O altri sceglieranno per noi

Vediamo di metterla giù semplice semplice, cosicché ce la ficchiamo bene in testa tutti quanti. O tutto il fronte ambientalista, contrario tanto alle grandi navi quanto allo scavo di nuovi canali, si unisce attorno ad una alternativa proponibile, oppure va a finire che ci teniamo le Grandi Navi e magari qualche altra Grande Opera in più a sostegno. L’alternativa sta tutta qua. In altre parole, è l’ora delle scelte. E diciamo subito che non saranno scelte facili per il pittoresco, variegato e non di rado rissoso arcipelago ambientalista lagunare. Perché, qualsiasi sia la proposta, di rospi da digerire ce ne saranno parecchi. Questo è il sunto dell’incontro tenutosi questa mattina a Ca’ Farsetti con il senatore Felice Casson, il deputato Giulio Marcon e l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia, Gianfranco Bettin.

La conferenza stampa ha fornito ai due onorevoli l’occasione per fare il punto dell’iter delle varie proposte legislative sulla questione Grandi Navi, dopo le sospensioni imputabili a quella sorta di farsa parlamentare delle “dimissioni di massa” che è stata l’ultima crisi di Governo.

Il deputato Marcon ha ufficialmente chiesto al presidente del consiglio Enrico Letta di riconvocare la riunione del Comitatone che avrebbe dovuto svolgersi il 2 ottobre, ed ha aggiunto: “Un vizio del decreto Clini è quello di non stabilire un termine perentorio per la chiusura della lagunare grandi navi. Abbiamo quindi depositato un progetto di legge che fissa termini certi anche in assenza di soluzioni alternative. Per velocizzare i tempi, abbiamo depositato anche una mozione. L’importante è fare presto. L’urgenza è liberare Venezia da questi grattacieli naviganti. A lungo termine, il nostro obbiettivo è delegare al territorio la gestione del territorio, e affidare al sindaco di Venezia le competenze amministrative delle acque attorno alla città come il Bacino e il canale della Giudecca”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore democratico Felice Casson che si è speso sulla nuova proposta di legge speciale che dovrebbe garantire maggiori poteri all’amministrazione comunale. Un percorso comunque lungo e non privo di insidie. “A parole la maggioranza c’è, ma nei fatti non mancano mai gli agguati, anche da membri del mio stesso partito. Per questo dovremo portare tutti gli emendamenti in aula, così da smascherare chi gioca sottobanco. L’obiettivo resta sempre quello di restituire a Venezia quelle competenze di gestione del suo territorio che ora sono di Regione, Capitaneria di Porto e Magistrato alla Acque”. In merito alla questione grandi navi, l’ex magistrato si è detto favorevole alla loro estromissione dalle acque lagunari. “L’importante è fare presto e accordarci tra di noi su una alternativa valida che non preveda ulteriori scempi ambientali come lo scavo di altri canali. Ricordiamoci che mentre noi discutiamo, i potentati economici interessati a difendere lo status quo lavorano sott’acqua. E loro sono molto più efficaci e veloci di noi”.

Dal canto suo, Gianfranco Bettin è sceso sui dettagli, senza nascondersi i problemi e affrontando anche discorsi scomodi come lo spostamento del terminal crociere a Marghera. “C’è una questione di prospettiva a lungo termine e una di tempistica urgente. Siamo in un momento di stasi per le crociere. Bisogna agire adesso se non vogliamo ritrovarci a marzo come adesso se non di più. La sola soluzione ragionevole agli occhi del mondo sarebbe quella di fermare il traffico crocieristico. Applicare sin da adesso il decreto Clini vorrebbe dire obbligare tutti gli attori in gioco a lavorare per trovare una soluzione alternativa. In questo senso, spostare temporaneamente la marittima a Marghera, come era anche nel programma elettorale della Giunta, significa spingere per una soluzione a medio o lungo termine, che potrebbe anche essere l’off shore oltre le dighe o altro. In ogni caso, ci darebbe il tempo per pensare ad una alternativa con le Grandi Navi lontane dal Bacino di San Marco e del canale della Giudecca. Quindi, cerchiamo di ragionare tutti su una soluzione forte e unitaria che proponga una alternativa percorribile e scongiuri il rischio di veder scavare altri canali. Facciamo presto, perché se non decidiamo noi decideranno altri in altri posti”.