“Potete passare anche domani verso le 15,30?” La domanda, neanche troppo disinteressata, di un camionista che ieri pomeriggio ha superato la gogna del casello Mestre senza sborsare un centesimo, è emblematica dell’entusiasmo con il quale è stata accolta l’iniziativa messa in atto venerdì dagli attivisti degli spazi sociali e del comitato Opzione Zero. Ugualmente emblematici, sia pure un tantino più prosaici, i tanti “bracci ad ombrello” con i quali alcuni automobilisti hanno omaggiato gli uffici della società di gestione mentre passavano sotto le cellule oscurate del pass e sotto i grandi cartelloni azzurri dove la scritta “Carte di credito” era stata coperta con la parola “Gratis”. Se è vero che il braccio ad ombrello non è il massimo dell’eleganza è anche vero che la Concessioni Autostradale Venete non si sbatte per farsi amare dagli automobilisti. In fondo, stiamo parlando di una società partecipata che ha stipulato una convenzione con la quale si è impegnata a restituire all’Anas un miliardo nel corso di 23 anni di gestione. Siccome non ce la fanno – per il semplice motivo che, dopo aver devastato mezza provincia con passanti e tangenziali con la scusa di risolvere il problema del traffico, gli automobilisti piuttosto che pagare certe cifre che non hanno uguali in Europa preferisco il traffico e le vecchie strade – hanno pensato bene di aumentare le tariffe del 300 per cento. Salvo poi, generosamente, concedere qualche spicciolo di sconto. Come se non bastasse, si sono pure indebitati con la Cassa Depositi e Prestiti e la banca Europea degli Investimenti. Nome, quest’ultimo, che ho trovato come “generoso finanziatore” delle peggiori devastazioni ambientali e sociali, in tutti i Paesi del mondo in cui ho avuto la fortuna di viaggiare. E vi assicuro che non sono pochi!
Il braccio ad ombrello, insomma, non sarà elegante ma certo comprensibile. Come comprensibili e sono state le tante richieste di “venite anche domani, per favore?” Ma l’azione degli ambientalisti aveva solo lo scopo di far riflettere gli automobilisti e la cittadinanza per far capire che non è con le Grandi Opere che si risolvono i problemi ma, al contrario, queste sono solo strumenti per devastare e mercificare il territorio convergendo denaro pubblico nelle tasche di pochi privati.
Concetto questo ribadito anche nelle tre interviste realizzate durante l’iniziativa di ieri al casello di Mestre che vi proponiamo qui sotto.
Mattia Donadel, comitato Opzione Zero
Tommaso Cacciari, laboratorio Morion
Beppe Caccia, consigliere comunale di Venezia lista In Comune