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Alcune considerazioni sul convegno di Adria, per non disperdeci in tante iniziative locali

Carissim@,

dopo l’iniziativa del 22 febbraio ad Adria, dopo aver letto la copiosa rassegna stampa sull’argomento, dopo aver predisposto ed inviato le nostre repliche (vedremo se mai e in che forma le pubblicheranno), consentitemi di esprimere, a bocce ferme o quasi, qualche considerazione.

Innanzitutto, il fatto che con la nostra numerosa presenza all’Amolara siamo riusciti a fare incazzare tutti i sostenitori dell’opera oggetto del convegno, significa che l’azione ha perfettamente funzionato ed ha avuto la risonanza politica e mediatica che meritava!

Le accuse di atteggiamento antidemocratico, di aver fisicamente impedito lo svolgimento del convegno da parte degli organizzatori, di aver occupato la sala impedendone la fruizione dei promotori sono tutte palesemente infondate, come ben sa chi era presente. In primo luogo, non vi è stata alcuna occupazione dato che con questo termine si intende l’invasione di uno spazio off-limits, vietato, precluso, mentre invece il convegno era esplicitamente aperto al pubblico. Evidentemente gli organizzatori dell’evento pretendevano di avere un pubblico preselezionato, muto e condiscendente, cioè finto, mentre invece si sono trovati difronte i rappresentati dei comitati nati lungo il percorso di questa nuova autostrada, cioè proprio le persone più titolate ad essere lì. Erano proprio loro (cioè noi) che dovevano convincere della validità dell’opera, era proprio questo il vero confronto che doveva darsi! Invece, come prevedibile, data la totale mancanza di argomentazioni serie da opporre alle solidissime ragioni del no, hanno preferito di gran lunga battere in ritirata, lanciando nel contempo pesantissime accuse contro i loro oppositori, riportate senza alcuna remora e vaglio di opportunità da parte dei media locali – regionali sul cui ruolo, sempre solidale ai poteri costituiti, sarebbe da aprire un capitolo a parte. Anche l’uso di etichettarci come NO TAV, Centri Sociali, Ambientalisti ecc. (tutti epiteti che certo non ci offendono, ma sono quantomeno riduttivi) è il tentativo di rappresentarci come settari, minoritari, partigiani e di negarci il titolo di “semplici” Cittadini, come tali portatori di tutti quei diritti di partecipazione democratica che la nostra Costituzione ci riconosce!

Credo che azioni come questa siano da ripetere laddove gli scaltri promotori di queste operazioni speculative e distruttive tentino di portare avanti la loro propaganda nei confronti delle popolazioni locali. Vale a dire che, a mio avviso, dovremmo tentare di garantire una competente presenza di rappresentati dei comitati ad ogni iniziativa propagandistica aperta al pubblico. Se questi personaggi non accettano il vero confronto con i cittadini, si facciano i loro convegni in forma privata e chiusa e non cerchino di ammantare di spirito democratico ed aperto il loro rapporto con le popolazioni interessare.

Siamo noi i rappresentanti di quelle popolazioni e come tali dobbiamo legittimante sentirci portatori di un mandato, quello di impedire la realizzazione di quest’opera come delle sue sorelle Nogara – Mare, Pedemontana Veneta, Bassa Padana e le tante altre che non rivestono alcun carattere di pubblica utilità ma servono unicamente a produrre enormi profitti privati ai danni delle casse pubbliche e a tenere al potere una classe politica che non si fa alcuno scrupolo a sacrificare su questo altare i Beni Comuni, tanto ambientali che economici.

Chiudo con una riflessione sulla Rete regionale dei comitati proponendone un uso più frequente ed efficace. Dato che questa rete esiste e che le nostre iniziative per essere efficaci hanno bisogno di disporre della famosa “massa critica” di partecipanti, sarei dell’idea di lanciare in futuro più scadenze regionali e far diventare situazioni come quella di Adria occasioni di partecipazione di tutti i comitati regionali. Disperdersi in tante piccole iniziative locali, che pure devono continuare a svolgersi, non ci potenzia rispetto alla situazione di NIMBY in cui tendenzialmente ci trovavamo prima della costituzione della rete.

Per riflette su questi argomenti e per fare un bilancio delle varie iniziative svoltesi sui territori in occasione della giornata di mobilitazione nazionale contro le grandi opere del 22 u.s. ma anche per partire concretamente con l’attività dei gruppi di lavoro già definiti, propongo di svolgere quanto prima un incontro della Rete regionale. Noi polesani ci mettiamo fin d’ora a disposizione per svolgere l’incontro a Rovigo o, perché no, proprio ad Adria, proponendo la data di sabato 8 marzo.

In attesa di un vostro riscontro, vi saluto con un forte abbraccio!

Vincenzo Pellegrino