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ENEL BIS – Pubblicate le motivazioni della Sentenza: un macigno su Scaroni, su Enel e sul carbone!

di Vincenzo Pellegrino (Comitato Diritto alla Città) – La tesi secondo la quale la dichiarazione di Enel di voler rinunciare alla conversione a carbone della centrale di Porto Tolle sia direttamente connessa con la pubblicazione delle motivazioni della sentenza del c.d. processo Enel Bis credo non abbia bisogno di conferme. Motivazioni la cui rilevanza giuridica è davvero notevole. I giudici infatti fissano, tra gli altri notevoli rilievi, un fondamentale precedente nella giurisprudenza: i dati epidemiologici sull’incidenza di determinate patologie possono costituire prova di reato in quanto, pur non dimostrando un danno diretto a specifici individui, lo attestano in relazione alla popolazione generale.

Ci auguriamo che questa sentenza faccia “scuola” e che molti altri tribunali in giro per l’Italia inizino a “fare sul serio” contro i reati ambientali, ancor oggi lasciati in troppi casi impuniti. I reati ambientali, danneggiando l’intero ecosistema e con esso tutta la collettività, sono i più gravi in assoluto! Questa sentenza va nella direzione di riconoscere questo fondamentale principio.

Circa la rilevanza politica delle motivazioni appena pubblicate, credo stia a noi cittadini trarne frutto, così come dovrebbe fare l’intera classe politica che, in teoria, sarebbe tenuta ad agire a tutela dei nostri interessi… cosa per la quale abbiamo ormai perso ogni speranza.

Credo non sia da trascurare un altro aspetto inquietante di questa vicenda, quello che ha riguardato i pesanti attacchi subiti dal Pubblico Ministero Manuela Fasolato a causa del suo eccessivo “attivismo” nel perseguire certi reati “scomodi”. Su di lei infatti pende tuttora un procedimento disciplinare davanti al Csm che vede tra le accuse quella, appunto, di “lavorare troppo” (Sic!!). Credo sia doveroso manifestarle tutta la nostra solidarietà rispetto a questi indecenti attacchi e tentativi di intimidazione ed esserle a fianco il 21 novembre quando dovrà presentarsi all’udienza presso l’organo di autogoverno della Magistratura.

Se alla luce di tutto questo non riusciamo a vedere quale pazzesco, pervasivo e devastante “Sistema” ha mortificato e continua a umiliare la dignità della vita pubblica di questo paese significa semplicemente che o siamo ottusi o non vogliamo vedere! Si tratta di molti tasselli (e quello disposto con questa sentenza è davvero importante) che messi insieme mostrano il perverso disegno complessivo che li sottende: far soldi, affari ed interessi ai danni della salute pubblica e dell’ambiente!

Le stesse logiche sottese alla gestione delle centrali di produzione energetica le troviamo nella realizzazione delle così dette “Grandi Opere” (vedi l’emblematico caso Mo.S.E.) così come nell’altro ultra-lucrativo settore della gestione dei rifiuti. Rispetto a quest’ultimo punto, riteniamo doveroso chiedere che sia fatta piena luce sulla morte dei 4 lavoratori dipendenti della Co.Im.Po di Adria e sulle attività condotte da questa azienda.

Tornado al caso Enel, riteniamo vada espresso ancora una volta un pubblico riconoscimento per il grandissimo lavoro svolto dalla pubblica accusa, delle parti civili, dei loro periti e anche dallo stesso collegio giudicante nella redazione delle 113 pagine di motivazione della sentenza. Senza con ciò dimenticare l’umile e fondamentale lavoro, non solo politico, svolto dai comitati e dalle associazioni che sono riusciti ad “accendere i riflettori” sull’intera vicenda della centrale super-inquinante.

Ciò che è da sperare è che l’esito di questo processo, nell’allontanarsi da Rovigo nei futuri gradi di giudizio, non venga stravolto e non porti ad una sostanziatale assoluzione degli accusati, cosa sulla quale Enel e gli stessi accusati contano molto. Credo sia importante seguirlo, con la pubblica e visibile presenza dei comitati, tanto in Appello quanto in Cassazione, cosa non facile ma che potrebbe rendersi possibile attivando su questo la rete nazionale no-coke e tutto il mondo ambientalista e del civismo attivo.

Chiudo richiamando gli aspetti civili della questione e ricordando la scandalosa accettazione di alcune amministrazioni locali, in sfregio agli interessi dei loro cittadini, dei miserrimi indennizzi “tombali” proposti da Enel proprio quando l’ISPRA quantifica nella cifra record di 3,6 miliardi di euro l’entità dei danni alla salute e all’ambiente.

Ma intanto godiamo questo raro momento di soddisfazione!