di Gianfranco Bettin – Accogliendo il ricorso presentato dall’Assessorato all’Ambiente e dall’Avvocatura civica del Comune di Venezia, il TAR del Veneto, Sezione Terza ha oggi annullato la delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 448 del 10.4.2013 (pubblicata sul B.U.R. del 23.4.2013) che approvava il progetto di revamping dell’impianto di ricondizionamento (tramite trattamento fisico – chimico) di rifiuti speciali anche pericolosi già presente a Porto Marghera – Malcontenta presentato da ALLES S.p.A – Azienda Lavori Lagunari Escavo e Smaltimenti.
Il progetto avrebbe comportato l’aumento di una significativa quantità di rifiuti da trattare ma soprattutto prevedeva un aumento del tipo di rifiuti e un allargamento dell’area di provenienza, che avrebbe reso possibile il loro arrivo indiscriminato. La deliberazione regionale venne assunta d’imperio, contrariamente a quanto prevede il Piano Regolatore del Comune di Venezia e con il parere contrario sia del Comune che della Provincia di Venezia.
Dopo aver accolto, lo scorso anno, la richiesta di sospensiva dell’intervento, il TAR del Veneto ha ora accolto nel merito le obiezioni di Venezia (e di Mira, intervenuta ad adiuvandum), rilevando come il progetto di revamping “non è un mero adeguamento dell’impianto esistente” e non è quindi possibile “consentire una significativa modifica del numero di codici autorizzati e di operazioni autorizzate”. Un nuovo impianto di questo tipo avrebbe avuto bisogno delle autorizzazioni edilizie della Provincia, del preliminare parere positivo del Ministero dell’Ambiente (trattandosi di un Sito di Interesse Nazionale, di cui accertare la necessità di bonifiche), del parere preliminare dell’Osservatorio Rifiuti dell’Arpava che accerti la “indispensabilità” eventuale degli impianti richiesti” in particolare – ecco l’ argomento chiave che accoglie in pieno la visione e l’istanza del Comune di Venezia – “tenendo conto del principio di prossimità tra luogo di produzione e luogo di smaltimento”.
E’ su questa base che la vittoria odierna del Comune di Venezia e del movimento di cittadini e associazioni che ha agito contro il progetto, che sarà possibile evitare che Marghera diventi la pattumiera che qualcuno voleva. Si sta andando invece per un’altra virtuosa strada, dopo la chiusura dell’inceneritore di rifiuti urbani e dell’inceneritore di rifiuti industriali SG31, questo nuovo risultato conferma che Marghera può e deve diventare polo di industria e attività sostenibili. Bisogna comunque vigilare, perché nel presente vuoto politico e istituzionale in Comune di Venezia qualcuno non tenti colpi di mano.