Il presidente della Regione VenetoZaia ha cambiato idea ed è salito sul carro ( guidato dal sindaco Zanonato) dei sostenitori del nuovo ospedale, sposando oltre a tutto la scelta della sede a Padova Ovest. Scelta che del resto sembra risponde più a logiche speculative che urbanistiche: per ottenere dai privati l’area di Padova ovest, le strade da percorrere per il Comune sono due: l’acquisizione con denaro o la perequazione ( uno scambio con terreno equivalente ); in quest’ultimo caso si prospettano ulteriori cementificazioni in un territorio già antropizzato, col suolo ormai impermeabile, che si allaga ad ogni acquazzone.
Quello che chiedono i padovani è molto meno “faraonico”:
- poter fare una visita specialistica o un esame “complesso” per sè o per i proprio cari senza dover affrontare tempi di attesa ormai insostenibili e dover quindi far ricorso inevitabilmente (dato che la malattia non aspetta) al privato
- trovare reparti ospedalieri con personale adeguato, mentre sempre più frequente è il sottorganico, sia tra i medici e che tra gli infermieri; con personale stressato da turni di lavoro spesso pesantissimi. Con un sempre più frequente ricorso al lavoro precario (che evidentemente nulla a che vedere con il lavoro flessibile) con evidente ricaduta sulla continuità assistenziale dato che questi sanitari non appena prendono confidenza con un reparto, il suo funzionamento, la sua “specializzazione” sono costretti a lasciarlo alla ricerca altrove di un nuovo contratto (spesso sottopagato) che consenta loro di svolgere il lavoro per il quale si sono preparati con lunghi studi.
- Ridurre i tempi di attesa per un ricovero per una patologia o un intervento non urgente, ma che comunque incide non poco sulla qualità della loro vita.
- Trovare assistenza e ricovero per i loro anziani e malati cronici sul territorio dato che i tagli e le riduzione di cui soffre la struttura ospedaliera sono gli stessi anche sul territorio, con l’evidente aggravio dei ricoveri ospedalieri. E questo certo non per mancanza di impegno di chi sul territorio lavora!
Insomma guardando la questione dal basso, dalla parte dei cittadini, dei malati, pensiamo che più dei muri di un ospedale è importante ciò che ci sta dentro e che intanto si debba cercare di far funzionare meglio l’attuale, risolvendo i nodi problematici sull’accesso alle cure e sul diritto alla salute: la riduzione delle liste di attesa, l’aumento dei ticket, la cronica carenza di infermieri e medici, l’esternalizzazione dei servizi sanitari, il rispetto della privacy, la dignità e l’umanizzazione delle cure, il potenziamento dei servizi nel territorio e l’impegno per un programma di vera prevenzione primaria. E non ci si venga a dire che tutto questo si potrà risolvere con una nuova struttura, per la quale tra l’altro non è chiaro dove si possano reperire i soldi, visto che il precedente progetto è stato bocciato, perchè ritenuto troppo costoso. Si tornerà al financial projecting aprendo definitivamente la strada ai privati nella sanità pubblica?
Oltretutto sappiamo bene che non è prevista nessuna riqualificazione nel senso di verde pubblico dell’attuale zona ospedaliera, ma che l’obiettivo è la realizzazione di una colossale speculazione immobiliare cercando di ottenere il massimo profitto dalla dismissione e valorizzazione dell’attuale struttura, magari anche aumentando la volumetria presente.
Ancora una volta la salute di tutti noi diviene ostaggio di scelte urbanistiche e di organizzazione della città in cui gli affari e la “mania” delle grandi opere prendono il sopravvento.
Comitato Lasciateci Respirare Padova