Orsi, lupi, Draghi e altri animali

Il Casteller è una prigione.

lo sono gli zoo, i circhi equestri e tutte le gabbie, recinzioni e quelle aree coercitive in cui vivono in costrizione e in regime di detenzione tutti quegli esseri viventi che appartengono al regno animale. Lo specismo è la versione segregazionista nel rapporto col Vivente, l’antica perversione della malattia che si chiama Capitalismo che vedeva nello sfruttamento a buon mercato delle risorse naturali la nuova frontiera del profitto. Uomini e animali da questo punto di vista tiravano la stessa soma e spesso non si riusciva a distinguere gli uni dagli altri: mandriani, cavatori, coltivatori, boscaioli, circensi, vetturini, scuoiatori ecc. spartivano la stessa “giornata”, fatalmente anche la stessa sorte. Il modernismo li ha separati proiettando alcuni di loro nella retorica del mito e della leggenda(cinema, meccanica, guerra ecc.) per gli altri, cioè gli animali ha cambiato solo luogo di “destinazione e partecipazione” nelle attività di riproduzione del capitalismo. E’ rimasto loro marchiato l’etichetta di “entità” sacrificabili, esseri non viventi, non pensanti dunque senza capacità di autodeterminazione perciò privi di emozioni come gioia, dolore, rabbia, piacere. Caratteristiche queste riconducibili, a loro dire, ai solo umani, ma non a tutti perché lo schiavismo prima e il suprematismo bianco poi hanno scavato solchi profondi tra la presunta eccellenza della razza caucasica e l’arcobaleno delle variegate etnie terrestri. Alcune delle quali considerate varianti della espressione animalesca. Da questi punti di vista la letteratura classica del pensiero borghese non fa che consolidare l’idea dello specismo, cioè non solo come esercizio di superiorità della specie umana di razza bianca sulle altre, anche, aggiungiamo noi come presa di distanza dalla “configurazione primordiale” per non dire bestiale della specie Uomo, che lo vedeva immerso da tempo immemorabile in un habitat selvaggio, verde, assolutamente in equilibrio. Da questa narrazione unilaterale spicca su tutti, a metà del ‘900 la figura alquanto equivoca di Konrad Lorenz, ariano per sua stessa ammissione, etologo, academico, premio Nobel, fautore della teoria oscurantista della selezione naturale dell’uomo e dell’animale. Oggi ancora in auge benchè smacchiata, rimessa a modello dal pensiero neodarwinista oltre che dal darwinismo sociale. Assunti questi che esaltano la supremazia bianca volta a piegare a se, del tutto profittevole la potenza della natura ma, anche a “evocare” il sistema evolutivo come elemento completo e totalizzante all’interno della scala gerarchica di dominio e comando: lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sulla donna, dell’uomo sul vivente.

Le metropoli imperialiste come prigioni su vasta scala

Cresciuta su questo paradigma fin dal secondo dopoguerra, la vastità della metropoli è finita per lambire i margini del Bosco, della Foresta in quanto luogo proprio della biodiversità. l’accanimento estrattivista non ha risparmiato neppure le terre di mezzo, come campagna e zone montuose divenendone quindi appendici artificiose della riproduzione capitalista. Dalle immagini notturne del nostro pianeta che provengono dai satelliti si capisce quanto sia devastante la penetrazione dell’inquinamento ambientale e quanto ancora cerchi spazio da divorare e tempo da inglobare. Il giorno e la notte sono ormai un tempo unico, cosi come le reti digitali racchiudono in uno spazio unico i diversi luoghi da intrecciare della produzione e riproduzione, distribuzione e consumo. Con il 5G presto si potrà comunicare con le Intelligenze Artificiali che apriranno e chiuderanno circuiti di qualsiasi genere e dimensione, dalle nanotecnologie alle mega-ingegnerie. Il salto di qualità da parte del Capitale è alle porte e si profila sul dominio energetico e sulla falsa transizione ecologica. ll modello di crescita cinese è quello di riferimento: megalopoli e urbanizzazione senza soluzione di continuità, investimenti a pioggia sulle grandi opere infrastrutturali anche di proporzioni mastodontiche. In 20anni di profitti stratosferici la Cina si è inventata 500 nuove città sorte sulle braci di antichi paesi di pescatori o agricoltori-allevatori di millenarie tradizioni, innescando, qui e non altrove la più grande delle contraddizioni socio-sanitarie. Nonostante l’epidemia da virus animale, intendono orientare verso la città un miliardo di abitanti, tutti presi in ostaggio dalle innumerevoli attività riproduttive del sistema capitalista dai connotati altamente tecnocratici.
Da noi i satelliti geostazionari ci mostrano zone in Europa dove spiccano, oltre alle Capitali, alcune aree geografiche di intensa concentrazione abitativa. La Pianura Padana è forse la più estesa dimostrando di essere a tutti gli effetti una megalopoli lunga 600 km con più di 20milioni di abitanti. Il Veneto di Zaia ha anticipato i tempi con i progetti di urbanizzazione intensiva, detenendo il pessimo record di cementificazione. A tappe forzate marcia verso la realizzazione delle “città metropolitane”, grandi comparti omogenei al cui interno fanno da volano 2 o più capoluoghi di provincia. Da una parte La Pedemontana vr-vi-tv è l’ esempio di questo programma , dall’altra denuncia la dannosità di questa grande opera in quanto cementificazione senza scrupoli ambientali, e soprattutto perché incarna la volontà di innalzare un muro di cinta attorno a quel misero resto di wilderness che ancora resiste sulle alpi grazie alla preziosa presenza degli orsi resistenti. Come si diceva, Zaia detiene il triste primato di colate di cemento relativo però al solo mattone poiché, nel computo generale non è contemplato l’asfalto stradale e una decina di “trucchetti” legislativi in ambito urbanistico che, altrimenti farebbero schizzare il Veneto ai vertici della classifica mondiale. Come se non bastasse ecco spuntare G. Giorgetti, leghista doroteo alla guida del ministero dello sviluppo economico l’addetto a gestire i soldi del recovery fund . Cioè sarebbe come mettere alla guardia di un gregge di pecore un branco di lupi, con tutto il rispetto per i lupi. I Draghi invece sono al governo. Sono i ministri “capaci e bravi” di questa legislatura voluta e pianificata dal governo centrale europeo; Draghi, Colao, Cingolani, Giorgetti tutti nomi legati alla grande strategia imprenditoriale; senza contare gli allegati sottosegretari molti dei quali pescati dal sottobosco politico-affaristico. La fase storica è congeniale per le governances. Il Covid e le relative misure restrittive hanno loro permesso di ragionare sulle risposte da dare alle istanze promosse dal movimento mondiale per la giustizia climatica.
Recovery plan, recovery fund, Next Generation Ue, Piano nazionale di ripresa e resilienza (N.G.Italia) sono i piani di accelerazione capitalista sul continente Europa. Sono i ristori per le multinazionali del cemento, del digitale, dell’energia, delle grandi opere allo scopo di ridisegnare il prossimo futuro in chiave tecnologico a basso tenore democratico. Il neo ministero della transizione ecologica è guidato da Roberto Cingolani, fino a ieri organico alla Leonardo spa fabbricante di armi, droni e robotica. Insomma, Tutto fuorchè un’anima pia, men che meno un Vandana Shiva della nuova frontiera ecologista. Con una tale eredità bellica sarà molto difficile sentirlo parlare di pace verde, almeno che egli non intenda Si vis pacem, para bellum, ovvero: prepara la guerra se vuoi la pace!

Rompere le gabbie: la copresenza dei luoghi (tempi)

Non c’è pace verde senza giustizia climatica e non ci sarà mai una giustizia climatica se non si attueranno in brevissimo tempo quelle misure radicali capaci di azzerare totalmente il sistema tossico. Lo stesso Cingolani, nella sua dichiarazioni di intenti ammette che senza un fronte comune di tutti gli Stati (imperi), i singoli sforzi saranno vani, inefficaci, inesistenti. Sbalorditivo! Perchè in senso opposto, questo fronte unico è efficacissimo e non ammette “assenze o diserzioni”. Integrazione politica e interdipendenza economica, completano le forze che costitiscono il quadro disastroso dal punto di vista ambientale. Il sistema tossico è il fronte di cemento che avanza, la metropoli che lambisce, circonda e corrompe il Sistema del Vivente. E’ il pensiero univoco che alimenta l’estrattivismo, il codice profittevole con il quale, non solo si giustifica ma si impone la sola presenza sul pianeta del capitalismo come unico sistema possibile, il male minore insomma. La mega città si concretizza con la cementificazione e il consumo del suolo e non importa che sia urbanizzato, ma che si presenti invece, gradevole agli occhi del pensiero borghese che intende l’ordine e la disciplina il solo modo di rendere compatibile, sostenibile la Natura. E’ nella Città che si compie il ciclo riproduttivo e riproducibile del capitalismo e dentro di essa la giornata capitalistica non ha soluzione di continuità. Le aree extraurbane sono propaggini della fabbrica diffusa dove risiedono allevamenti, coltivazioni, attività di tipo intensivo. Insediamenti turistici e ricreativi occupano quelle che un tempo erano considerate le terre di mezzo, che oggi invece concludono il perimetro della gabbia che assedia il bosco, la foresta come ultimo luogo, riserva indiana degli animali non in cattività. Fermare le colate di cemento vuol dire rompere le gabbie, ostacolare i progetti di appropriazione indebita e gratuita dei luoghi universali, vuol dire per noi riaffermare l’anti specismo, o per meglio dire il multi specismo, la copresenza dei luoghi e dei tempi (il pensiero che fu di Carlo Levi, combattente e filosofo) propri di tutto il Vivente.