Lettera aperta al ministro delle Infrastrutture Delrio

Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti dott. Graziano Delrio 

 

Lettera aperta al ministro delle Infrastrutture Delrio, al presidente dell’autorità anticorruzione Cantone, ai commissari del C.V.N. Fiengo ed Ossola ed al presidente del Provveditorato opere pubbliche (ex MAV) Linetti che si troveranno al capezzale del Mose lunedì 18 settembre a Roma.

Dopo l’errore di fondo che ha guidato la progettazione del Mose, sostenuto dall’idea che l’attuale regime delle correnti di marea non fosse da modificare, per cui non era necessario ridurre permanentemente le sezioni delle tre bocche lagunari e gli attuali scambi mare-laguna, inserendo sui canali portuali importanti opere fisse affiancandole a varchi liberi e di sezione più ridotta rispetto a quelli realizzati, dopo le azioni giudiziarie condotte dalle Procure su tangenti e corruzione, dopo la sequenza di inconvenienti ed incidenti di percorso che stanno caratterizzando l’esecuzione dell’opera, ci si appresta a verificarne gli effetti che incideranno non solo sulla tempistica della cantierizzazione, ma anche sulla data finale di ultimazioni del lavori.

Le pesanti criticità che stanno emergendo sono peraltro ben note, previste e documentate da tutti quei tecnici e scienziati, non iscritti nel libro paga del C.V.N., che si sono espressi contro il Mose e che il Comune di Venezia nel 2006 ha autorevolmente pubblicizzato ed istituzionalizzato.

A tutt’oggi  risulta che le azioni degli organi preposti vengono effettuate:

– su un progetto approvato nel 2002 fatto proprio dai governi Berlusconi e Prodi e dai Magistrati alle Acque, in un periodo in cui è stato dimostrato che i finanziamenti ed i provvedimenti autorizzativi avvenivano in un malavitoso regime di tangenti e corruzioni e ciò a fronte di una protesta popolare e del Comune di Venezia che prefigurava soluzioni alternative più funzionali, meno impattanti, meno costose e più consapevoli dell’eustatismo in corso;

– senza minimamente effettuare alcun riscontro con tutte quelle criticità emerse da tecnici e scienziati indipendenti perpetuando quella sorta di autoreferenzialità che fu propria del CVN.

Pur constatando una non comprensibile soluzione di continuità tecnica con questa opera datata  ed una scandalosa assenza del ruolo dell’ Amministrazione comunale in tutta questa vicenda, pur tuttavia auspichiamo che questo tavolo convocato a Roma dal M.I.T. per lunedì 18 settembre dimostri finalmente un cambiamento di atteggiamento e comportamento che riteniamo debba estrinsecarsi in particolare affrontando nell’immediato la verifica del fenomeno della risonanza, la cui estrema conseguenza comporta  l’instabilità dinamica delle paratoie, mettendo così in discussione l’efficacia stessa della barriera di contenimento del dislivello di marea; una amplificazione dinamica che non consente peraltro soluzioni affidabili delle oscillazioni e dei carichi massimi di progetto, né per questo si può utilizzare la sperimentazione in vasca su modelli in scala ridotta dove gli effetti viscosi sono rappresentati correttamente.

Una verifica che deve avvenire con soggetti terzi, tecnici competenti in materia, particolarmente esperti in tecnologie marine e nell’interazione dinamica fluido-struttura; competenze tuttora assenti anche tra i consulenti dei Commissari.

Rinnoviamo tale auspicio di radicale cambiamento progettuale perché continuiamo ad essere convinti che ultimare un’opera sbagliata, che si sa sbagliata per la conoscenza di critiche fondate e documentate, rappresenti in uno stato di diritto, alla stregua di quanto sta già facendo la Magistratura,  un altro delitto punibile.

Associazione Ambiente Venezia